Gianna Bozzali
L’impatto
su salute e ambiente del glifosate non desta “preoccupazioni critiche”. È
quanto emerso dallo studio d’impatto dell’Efsa, l’Autorità europea sulla
sicurezza alimentare, che ha presentato in questi giorni la propria analisi.
Un’analisi propedeutica, lo ricordiamo, alla decisione sull’estensione
dell’autorizzazione d’impiego del noto diserbante non selettivo il cui impiego
in Europa è sottoposto a una severa regolamentazione e la cui scadenza è stata
prorogata al 15 dicembre 2023. Nella sua revisione paritetica della valutazione
del rischio del glifosate come sostanza attiva, l’EFSA non ha
individuato dunque alcuna area di preoccupazione critica in relazione al
rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente.
Nel
2022 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha effettuato una
valutazione dei pericoli posti dal glifosate in seguito alla quale aveva
concluso che esso non soddisfacesse i criteri scientifici per essere
classificato come sostanza cancerogena, mutagena o nefrotossica. Restano però
alcune questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o
questioni rimaste in sospeso. Tra le questioni che non è stato possibile
risolvere in via definitiva rientrano la valutazione di una delle impurità presenti
nel glifosate, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la
valutazione dei rischi per le piante acquatiche.
Tra
le questioni rimaste in sospeso vi sono, tra l’altro, la mancanza di
informazioni sulla tossicità di uno dei componenti della formulazione di
pesticidi a base di glifosate presentata ai fini della valutazione,
informazioni che sono necessarie per portare a termine la valutazione del
rischio relativo alla formulazione per gli usi rappresentativi. Per questa
formulazione non sono emerse indicazioni di tossicità acuta e genotossicità.
Per
quanto riguarda la biodiversità, gli esperti
hanno riconosciuto che i rischi associati agli usi rappresentativi del
glifosato sono complessi e dipendono da molteplici fattori. Nel complesso, le
informazioni disponibili non consentono di trarre conclusioni definitive su
questo aspetto della valutazione del rischio e i gestori del rischio possono
prendere in considerazione misure di mitigazione. Per quanto riguarda l'ecotossicologia,
il pacchetto di dati ha consentito un approccio conservativo alla valutazione
del rischio, che ha identificato un rischio elevato a lungo termine per i
mammiferi in 12 dei 23 usi proposti del glifosate.
Che cos’è il glifosate
Il glifosate
è uno degli erbicidi più usati al mondo e rappresenta circa il 25% del mercato
globale di questi prodotti. È utilizzato principalmente in agricoltura per
combattere le erbe infestanti che contendono alle colture
spazio, acqua, sostanze nutritive e luce del sole. È definito
diserbante ad "ampio spettro" perché è efficace contro tutti i tipi
di infestanti ed è sempre utilizzato in formulati contenenti altre sostanze
chimiche.
A
differenza di altri prodotti, il glifosate è assorbito attraverso le foglie e
poi trasportato nelle altre parti della pianta. Questo conferisce alla sostanza
la caratteristica di fondamentale importanza di riuscire a devitalizzare anche
gli organi delle erbe infestanti che si trovano sottoterra. Ciò eradica
realmente l'infestante e gli impedisce di ricrescere dopo poche settimane.
In Italia l'uso del glifosate nella coltivazione dei cereali è consentito dalla normativa vigente solo in fase di pre-semina e in pre-emergenza, cioè per liberare il suolo da erbe infestanti prima che si effettui la semina delle piante da coltivare e garantire a queste ultime la possibilità di crescere senza che altre piante sottraggano loro le sostanze nutritive presenti nel suolo. I trattamenti pre-raccolta sui cereali non sono consentiti in Italia.
Prossime fasi
Le
conclusioni dell’EFSA sulla revisione paritetica della valutazione del rischio
relativa al glifosato sono state trasmesse alla Commissione europea e agli
Stati membri per orientare la decisione che sono chiamati a adottare in merito
all’opportunità di mantenere il glifosato nell’elenco dell’UE delle sostanze
attive approvate nei prodotti fitosanitari. La pubblicazione delle conclusioni
è prevista per la fine di luglio 2023 mentre quella dei documenti di
riferimento, che ammontano a diverse migliaia di pagine, è prevista tra la fine
di agosto e la metà di ottobre 2023.
Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.
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