nucciatornatore
A Menfi, il prossimo 29 Dicembre, in occasione del
World Cafè di Terr@
verrà presentata in anteprima nazionale l'iniziativa
Project proposal based on Soil Carbon Challenge
INYCON CARBON CUP 2017
LiberaUniversitàRuraledeiSaper&deiSaporiOnlus
Le emissioni di diossido di carbonio in atmosfera da parte delle energie fossili incide appena il 3.4% sul totale annuo (Lal 2008). Dare la responsabilità alle tecnologie non aiuterà certamente a sistemare il cambiamento del clima, neppure interrompendo all'istante tutte le emissioni su scala globale. Potrebbero volerci molte generazioni per riportare i livelli di diossido di carbonio a valori di sicurezza (IPCC 2007a, 2007b). La riduzione delle emissioni in atmosfera da carburante fossile è necessaria nell'ottica di una stabilizzazione su lungo termine afferma Gaspare Varvaro, Agronomo e animatore della LiberaUniversitàRuraledei Saperi&dei Sapori Onlus. Occorre adottare una visione diversa sul rapporto Carbonio/Cambiamento Climatico. Il carbonio di per se non costituisce un problema, perchè di fatto è elemento di un ciclo biologico, all'interno di un network di viventi auto-motivati, molti dei quali microscopici, i quali spinti dall'energia chimica generata dai raggi solari, crescono, convivono, si nutrono, si moltiplicano, respirano e muoiono. Le piante assorbono il carbonio dall'atmosfera utilizzando l'energia solare e convertendola in carboidrati che alimentano la vita, le azioni, i sentimenti e i pensieri. La maggior parte di questo carbonio ritorna in atmosfera per ossidazione, rilasciando energia. La restante parte si converte in sostanza organica nel suolo, diventando habitat per la biodiversità tellurica, e substrato per la vita futura. Di contro, l'attività antropica ha una enorme influenza sul ciclo del carbonio e in particolare sul territorio: fuoco, arature, deforestazione, erosione hanno un forte impatto negativo su grande scala.
Nell'ultimo decennio diversi movimenti di agricoltura alternativa hanno scoperto come aumentare i livelli di fotosintesi e ridurre l'ossidazione senza sacrificare la produttività. Il bilancio netto può essere stabilizzato, incrementando la materia organica. In altre parole, i "land manager" possono scegliere di costruire suolo invece che distruggerlo, assumendosi la responsabilità della loro decisioni.
Queste innovazioni non vengono da centri di potere istituzionale o economico, ma dalla periferia. Pensare che questi cambiamenti possano essere promossi dall'alto, da accordi internazionali, da ricerca univeristaria, da conferenze, report o dalle "buone pratiche" non ad alcun risultato. Neppure gli incentivi europei o le manovre di mercato hanno avuto influenza positiva in tal senso, portando anzi all'accettazione condivisa che produrre "organic" significa avere una produzione minore rispetto al convenzionale. Cambiare visione significa porsi "domande diverse": invece che chiedersi quale sia il miglior modo di accumulare carbonio nel suolo, domandiamoci chi può farlo meglio! Allo stesso modo se vogliamo sapere quanto veloce un uomo può correre i 100 metri, cosa facciamo? Costruiamo un modello statistico informatico, convochiamo un panel di esperti sulla fisiologia umana, facciamo una ricerca bibbliografica? No, organizzi una corsa, premi il vincitore, e lo imiti (Dorsey 2000). Il miglior modo di predirre il futuro è crearlo, capire dove siamo, dove vogliamo arrivare e di cosa abbiamo bisogno, che direzione vogliamo prendere. Nel caso specifico significa monitorare i cambiamenti del contenuto di carbonio nel suolo.
Che cos'è The Inycon Carbon Cup 2017?
La competizione proposta emula su scala locale la succitata ed è in attesa patrocinio e tutoring da Soil Carbon Coalition, associazione promotrice della Soli Carbon Challenge (World Carbon Cup). L'obiettivo afferama Gaspare Varvaro, ideologo del percorso, è sapere "quanto velocemente i land manager riescono a immobilizzare il carbonio atmosferico nel suolo come sostanza organica stabile capace di trattenere maggiori volumi di acqua e aumentare la fertilità del suolo" tutelando il territorio dai fenomeni erosivi e di dissesto.
La competizione è rivolta a tutti gli imprenditori agricoli, da ora in avanti chiamati "Land Manager", selezionati con apposito bando di concorso che sarà successivamente pubblicati. I partecipanti, dopo una fase di training, decideranno quali strategie applicare per raggiungere l'obbiettivo di aumentare il contenuto di carbonio stabile nella loro azienda. La durata della competizione sarà fissata in 5 anni, con debrief annuali. Per ogni Land Manager verrà definito una porzione di azienda, su cui verranno eseguite le campionature. I campioni di terreno saranno prelevati da una commissione successivamente designata, che avrà anche il compito di giuria, secondo le procedure stabilite dalla Soil Carbon Coalition. Il punteggio finale sarà attribuito secondo una scala che considera anche gli altri fattori che rientrano nel bilancio del carbonio netto.
La Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori Onlus, non è nuova ad iniziative di successo inedite, dai Borghi GeniusLoci De.Co. a Terr@ TerritorioEnogastronomiaRisorseRurali@groambientali, questa sfida ci permetterà di riconoscere, valutare e immaginare le opportunità di una agricoltura del carbonio e potrà diventare modello per le istituzioni e i governi che successivamente potranno essere capaci di implementare politiche e incentivi appropriati, corretti e localmente adatti, che guideranno alla diffusione ed adozione di sistemi di gestione del territorio innovativi e virtuosi, afferma Nino Sutera
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