Buone notizie emergono dalla lettura dei nuovi PSR regionali. Finalmente la politica agricola spenderà parecchi euro a favore degli agricoltori che si mettono insieme per portare avanti un progetto comune di innovazione, vincolando il finanziamento alla presenza nel gruppo di uno o più enti di ricerca. Si tratta della misura M16, chiamata “cooperazione”, ma che in realtà riguarda l’aggregazione e non le cooperative.
Non guardiamo più il vicino di terra con sospetto
Dunque lo sviluppo dell’innovazione può essere in capo alle singole aziende, ma può avvenire anche attraverso l’integrazione e la cooperazione di più soggetti, cioè imprese agricole, di stoccaggio e di trasformazione, nonché ricercatori-divulgatori, sulla base della consapevolezza che un lavoro in comune determini maggiore efficacia, con ricadute più importanti sul territorio oltre che sui singoli.Nel nostro mondo rurale purtroppo ancora oggi si guarda il vicino con sospetto e invidia, ma sarebbe bene voltare pagina alla svelta, altrimenti ancora una volta perdiamo una buona occasione e lasciamo per la strada parecchi milioni di euro.
La nascita del GO, il Gruppo operativo
La sottomisura 16.1 sostiene la costituzione e la gestione dei GO (Gruppi operativi) nell’ambito di ciascun PEI (Partenariato europeo per l’innovazione) in materia di produttività e di sostenibilità dell’agricoltura.A che cosa servono questi raggruppamenti?
È ormai chiaro che il mercato con il quale si deve confrontare ogni giorno il nostro agricoltore impone di rafforzare un modo di agire non più isolato ma in comune, soprattutto con agroindustria e ricerca, per trasferire e implementare innovazione tecnologica, organizzativa e sociale al fine di poter sviluppare nuovi prodotti, nuovi processi produttivi, nuovi modelli organizzativi di servizi e di commercializzazione.L’innovazione va perseguita attraverso la messa insieme “a sistema” del mondo produttivo con quello della ricerca (ovviamente quella parte di ricerca italiana ben finalizzata) per valorizzare e sfruttare in maniera pratica le relative conoscenze e competenze. Si tratta di un passo avanti notevole della politica agricola europea e italiana, che si è resa conto come ormai il singolo può fare ben poco davanti alle nuove sfide dei mercati globali.
Quale obiettivo per il GO?
Il finanziamento regionale sostiene la costituzione e l’attività di un GO (Gruppo operativo) che si pone l’obiettivo di risolvere un problema concreto con la messa in campo di un’innovazione. Quindi non si finanzia uno studio, bensì il trasferimento di una o più innovazioni già sul mercato per valutarne le reali ed effettive ricadute sul piano operativo.Il piano operativo portato avanti dal GO ha una durata di tre anni e può essere finanziato, a seconda degli obiettivi, dal 70 al 100% della spesa prevista dal progetto presentato. Gli ambiti principali di intervento sono:
- Uso sostenibile dell’acqua per l’irrigazione
- Benessere nell’allevamento
- Miglioramento qualità dei foraggi
- Ottimizzazione dell’alimentazione animale
- Agricoltura sostenibile (gestione suolo, distribuzione concimi e agrofarmaci, sistemi di precisione e tracciabilità)
- Meccanizzazione nell’agroalimentare
- Nuovi materiali di imballaggio
- Pratiche di post raccolta
- Innovazione di processo e organizzativa
- Tracciabilità e certificazione ambientale dei processi produttivi
- Analisi di mercato
Quali spese vengono finanziate?
- Funzionamento e gestione del GO
- Personale dedicato alle attività di gestione
- Spese relative a riunioni, incontri, affitto locali, inviti, eccetera
- Studi necessari alla realizzazione del progetto (di mercato, di fattibilità, eccetera)
- Costi inerenti la costruzione di prototipi e investimenti funzionali alla realizzazione del progetto
- Test e analisi di laboratorio
- Prove di campo
- Acquisto brevetti e licenze
- Acquisto di software indispensabili al progetto
- Costi di progettazione per nuovi prodotti/processi
- Costi di divulgazione dei risultati
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