lunedì 23 settembre 2024

DIVINAZIONE DEL G7


...non tutti sanno che! 

"In questi anni in cui ho studiato e praticato con alcuni strumenti di divinazione, ho compreso profondamente che nessun simbolo può dirci la via ma può dirci come raggiungerla e ora ti spiego meglio che cosa intendo  

così c'è scritto in un sito che tratta appunto di DIVINAZIONE. Chissà se si sono ispirati proprio a loro?

DIVINAZIONE

https://www.spiritodellanatura.it/2019/10/03/la-divinazione-come-tramite-tra-noi-e-gli-spiriti/ 

 

Andiamo per ordine,  
sui temi centrale della DIVINAZIONE del G7 
L'Italia è autosufficiente per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti agli allevamenti super industriali e inquinanti)e acqua minerale, liscia e frizzante   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.Vediamo di capire perchè in tanti si danno un gran da fare a parlare di cibo, mentendo sapendo di mentire.

 

Periodicamente  si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,grande e giusto,  del K zero (un inno nazional popolare..dello zero appunto)    ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar  del sole.  Il proliferare di organizzazioni, associazioni  e congregazioni più o meno specializzati solo ad intercettare risorse pubbliche, a danno dei azionisti di maggioranza, "gli agricoltori " rappresenta ancora una volta una conferma.

 "In tanti parlano di cibo, pur non avendone titolo,    sconoscono completamente la materia, non si è ancora capito se ci sono o ci fanno "


  Va   detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”  che  però non c’è.
Questa mancanza, si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative  da parte dei contadini.

Esiste quindi un tema centrale,  la sovranità alimentare. 



Per avere meglio chiaro il concetto di DIVINAZIONE del G7   è indispensabile visitare il sito   

DIVINAZIONE


https://www.spiritodellanatura.it/2019/10/03/la-divinazione-come-tramite-tra-noi-e-gli-spiriti/ 





















martedì 17 settembre 2024

Il cibo e i slogan di cattivo gusto.

                                                 NinoSutera

la cucina italiana candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, evidentemente non sanno che gran parte della materia prima, proviene dall'estero. 
L'Italia è autosufficiente per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti agli allevamenti super industriali e inquinanti)e acqua minerale, liscia e frizzante   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.Vediamo di capire perchè in tanti si danno un gran da fare a parlare di cibo, mentendo sapendo di mentire.


Periodicamente  si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,grande e giusto,  del K zero (un inno nazional popolare..dello zero appunto)    ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar  del sole.  Il proliferare di organizzazioni, associazioni  e congregazioni più o meno specializzati solo ad intercettare risorse pubbliche, a danno dei azionisti di maggioranza, "gli agricoltori " rappresenta ancora una volta una conferma.

 "In tanti parlano di cibo, pur non avendone titolo,    sconoscono completamente la materia, non si è ancora capito se ci sono o ci fanno "

In un mondo in cui mangiare ha assunto molti altri significati rispetto a quello energetico, l’ identità, il conforto, la socialità, l’ etica, la politica e naturalmente  l’ agricoltura, rivestono un ruolo non secondario.

E’ innegabile che il cibo ha un stretto legame con l’agricoltura e la cucina,  definiva e raccontava  la nostra italianità   Una identità che riflette nel bene e nel male la nostra storia millenaria,  e rispecchia fedelmente la nostra geografia: un Paese che si estende per quasi 1300 km di lunghezza, con una ricchezza impressionante di territori, suoli e paesaggi (collina, montagna, pianura, mare, lago, vulcani) nonché di climi ed ecosistemi (da quello gelido alpino/appenninico a quello arido mediterraneo). Recentemente la cucina italiana è stata candidata  a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità

Pur tuttavia, va anche detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”  che  peerò non c’è.

Questa mancanza, si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative  da parte dei contadini.

L’esempio della pasta è indicativo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%,  lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador.   Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni. Adesso le importazioni provengono principalmente dal Medio Oriente, Cina, Stati Uniti, Canada,   

Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti ai allevamenti super industriali)   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.

Esiste quindi un tema centrale,  la sovranità alimentare

Non tutti sanno, che la cucina italiana era una volta tradizione, nata dall’incontro di culture,  la più alta espressione del Made in Italy Agro-Alimentare  era  composta da materie prime rigorosamente autoctone, (la Sicilia era fino a qualche secolo addietro il granaio dell’Impero)  quando perde il legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva, diventa un mero prodotto commerciale.

sabato 14 settembre 2024

L'altro G7 “Fuori dal G7 con gli 8 miliardi di uomini e donne difendendo la Terra”

 

Siracusa. G7, Vandana Shiva e João Pedro Stedile invitati alla tre giorni al Forum dal quale uscirà un documento sul futuro dell’agricoltura e della pesca

Il presidente di Altragricoltura Tano Malannino lancia un appello all’unità degli agricoltori che si sono sollevati lo scorso inverno contro la crisi dell’agricoltura




      Nello spazio antistante la chiesa parrocchiale di Bosco Minniti, Gianni Fabbris ha presentato in conferenza stampa i contenuti della tre giorni “Fuori dal G7 con gli 8 miliardi di uomini e donne difendendo la Terra” che sarà realizzata da Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare tra il 26 ed il 28 settembre 2024, negli stessi giorni durante i quali si terranno gli incontri tra i ministri del G7 Agricoltura, che vedranno anche la partecipazione di molti ministri provenienti da Paesi dell’Africa e da altri Paesi in via di sviluppo.

Fabbris ha spiegato che nei locali e negli spazi della chiesa parrocchiale di periferia di Bosco Minniti, nel quadro della tre giorni si terrà il Forum Nazionale “Contro il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), per un commercio giusto e per la nuova riforma della pesca, dell’agricoltura e per i diritti al cibo, al lavoro degno e alla Terra”.

 

Tano Malannino
, presidente di Altragricoltura   così la conferenza stampa: «Lancio oggi un appello a tutti gli agricoltori che quest’inverno si sono riversati nelle strade per manifestare il malessere dell’agricoltura e che sarà ignorato dal G7 Agricoltura, dove utilizzeranno il Piano Mattei per rendere ancora più schiavi i coltivatori africani: il mio appello è quello di aderire al Forum di Siracusa, per avviare un nuovo percorso unitario, che abbia come obiettivo di unirci nella lotta contro gli accordi di libero scambio e a favore di una profonda riforma dei settori dell’agricoltura e della pesca

Il forum riprende in pieno l’appello lanciato da Via Campesina Internazionale per ricordare con un rinnovato impegno alla lotta contro globalizzazione nel mese di settembre il sacrificio di Lee Kyung Hae, un contadino coreano che durante il vertice dell’Organizzazione mondiale del Commercio di Cancun, il 10 settembre 2003 si uccise in pubblico con al collo un cartello: “L’Omc uccide gli agricoltori”.

«Nel frattempo a Siracusa in Ortigia si terrà l’incontro tra i ministri del G7 e dei principali paesi africani e del Sud America – ha ricordato Fabbris – l’incontro dei ministri è accompagnato da una vera e propria fiera mercato, dove le aziende sono state mobilitate, insieme alle organizzazioni agricole, tutto pagato dai soldi pubblici, una commistione tra scelte politiche pubbliche e un mercimonio finanziato da soldi pubblici che ci lascia perplessi.

«Altra cosa sarà la nostra manifestazione – ha aggiunto Fabbris che si terrà qui nella parrocchia di Don Carlo D’Antoni. Porteremo in questi giorni la protesta degli agricoltori e dei pescatori contro la crisi e la richiesta di una profonda e nuova riforma agraria. Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare respinge il modello di agroalimentare che poggia sulla globalizzazione, che ha trasformato i nostri prodotti del Made in Italy in qualcosa di omologato nelle mani delle multinazionali italiane del cibo e che ha schiacciato i piccoli produttori artigianali”.

Il Forum – che sarà solo il primo di tre eventi della tre giorni – inizierà il 26 settembre nella chiesa di Bosco Minniti, dove sarà elaborata la bozza di documento finale, che poi sarà definita e resa pubblica sabato 28 settembre “in contemporanea con il documento che sarà elaborato dai ministri dell’agricoltura del G7 – ha sottolineato Fabbris. “Sabato 28 settembre nel pomeriggio verificheremo la bozza di documento iniziale e adotteremo il provvedimento finale – ha aggiunto.

Nel quadro del Forum prenderanno vita i seminari tematici, ben cinque, che toccheranno argomenti scottanti dell’agroalimentare:

1) Agroecologia per sfamare il mondo e dare reddito alle imprese, promosso dal Coordinamento per l’agroecologia della Sicilia;

2) Lavoro in agricoltura, promosso dal Sindacato siciliano braccianti e lavoratori forestali;

3) Pesca, organizzato e gestito dai pescatori;

4) Accordi internazionali di libero scambio e Piano Mattei per l’Africa

5) Sessione conclusiva della Campagna dei 99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca a cura del Coapi

Al Forum sono stati invitati Vandana Shiva, agroecologa di rango internazionale e João Pedro Stedile, leader di Via Campesina internazionale. “A tema di questa tre giorni c’è anche un’ipotesi che si possa stabilire un’agenda stabile, per costruire l’unità del movimento – ha sottolineato Fabbris, per il quale il Forum “Non è una iniziativa contro il Governo, non saremo al G7, ma presenteremo le nostre proposte, non da oppositori, né da sostenitori dell’esecutivo in carica. Già lunedì invieremo una missiva al ministro per l’agricoltura Francesco Lollobrigida, per chiedere un incontro dopo il G7 Agricoltura nel quale illustrare le nostre proposte e per chiedergli la sua visione di sovranità alimentare.”

Il secondo evento sarà invece “Te lo do io il Made in Italy”: “Un atto forte, un atto che darà voce alla rabbia degli agricoltori di questo Paese e che metterà la distanza tra quello che viene reclamizzato dai padroni dei marchi e dei brand e la realtà che vivono i piccoli e medi imprenditori agricoli e della pesca, per rendere ai media il vero racconto del nostro agroalimentare.  Su tale evento Fabbris mantiene ancora un certo riserbo.

Terzo evento finale sabato che concluderà la tre giorni una sana festa popolare a base di cibi del territorio: “Per noi il cibo è importante, è comunità e penso che concludere in tale modo sarà un modo per dire che la sovranità alimentare è innanzitutto il diritto dei popoli a poter scegliere il proprio cibo, cosa mangiare.”

Don Carlo D’Antoni, parroco della chiesa di Bosco Minniti è intervenuto in conferenza stampa e citando gli enunciati del Concilio Vaticano II, ha affermato “Per la Chiesa andare a scoprire che agricoltori e pescatori sono capaci di darci un punto di vista altro sull’economia, sull’ecosistema e sulla politica, è importante, perché è forse ancora più credibile proprio perché viene dal basso”.

«A mio parere – ha continuato il sacerdote – è provvidenziale che vi saranno questi incontri a Siracusa nella periferia, perché metteranno al centro la persona e non il profitto. Perché noi come Chiesa dobbiamo andare lì dove c’è la carne viva, le persone e immaginare con loro percorsi di liberazione. Come nel caso degli immigrati, il cui sfruttamento è progettato e programmato scientificamente. Oggi abbiamo bisogno invece di persone umili che si mettano in cammino, poiché se i potenti hanno il monopolio del pensiero, tuteleranno solo il profitto, così come anche tanti capi di stato Africani, che saranno ad Ortigia, che spesso sono complici delle multinazionali, che ottengono profitti nei loro territori senza dare vero reddito ai propri connazionali.

«Avremo tra le altre persone che condurranno i tavoli di discussione anche un teologo – ha rivelato Don Carlo – perché la chiesa deve interessarsi anche delle persone in carne ed ossa e non solo delle loro anime”.


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lunedì 9 settembre 2024

Crisi agricola, Giurdanella duro con il mondo politico

 


Crisi agricola, Giurdanella duro con il mondo politico: “Assordante il silenzio delle istituzioni”

La crisi del settore agricolo con le manifestazioni degli agricoltori in comitati spontanei, sembrano un lontano ricordo, non è rimasto nulla. Anzi peggio, i comitati e presidi sono scomparsi, sostituiti da sagre e feste paesane. Che c'è da festeggiare? In pratica l' orchestra continua a sonare. E' la crisi? le promesse?, gli impegni da mantenere possono aspettare!!!

Interessante mentre è  la presa di posizione del vescovo della Diocesi di Mazara, monsignor Angelo Giurdanella

“In occasione della festività di Maria Bambina, che da sempre, nella nostra tradizione, coincide con la vendemmia, mi rivolgo a voi con sentimenti di profonda vicinanza, condivisione e solidarietà”. Inizia così la lettera che il vescovo della Diocesi di Mazara, monsignor Angelo Giurdanella, ha inviato ai viticoltori del territorio.

“Questa festa, che un tempo celebrava i frutti abbondanti del lavoro della terra – prosegue il vescovo – oggi assume per voi un significato ben diverso, più doloroso. Sono ben consapevole delle drammatiche difficoltà che state affrontando, e sento il dovere di far risuonare la vostra voce e il vostro grido di allarme, per tracciare percorsi impegnativi ma praticabili e garantire di proseguire nella vostra attività che è vitale per tutte le economie”.

Monsignor Giurdanella ricorda le difficoltà della vendemmia 2023, quando la peronospera dimezzò il raccolto, lasciando “una ferita profonda per un territorio che vive del frutto della terra, del lavoro e del sudore dei suoi contadini” per poi passare a una riflessione sulle vicende attuali.

Prosegue il vescovo: “A rendere la situazione ancor più insostenibile, quest’anno è arrivata la siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, che ha ulteriormente aggravato le difficoltà, che ha avuto come risultato un crollo produttivo senza precedenti: tracollo che non consente nemmeno di coprire i costi di produzione che ognuno di voi sostiene per coltivare la propria vigna. In queste condizioni, non solo non è possibile generare profitto, ma non si riescono neppure a mantenere in piedi le vostre attività, a pagare i fornitori, i lavoratori stagionali, e a garantire il sostentamento delle vostre famiglie. È una crisi che non colpisce solo l’economia, ma tocca in profondità la dignità di chi, con sacrificio, da generazioni lavora la terra. Ad aggravare la situazione gli elevati costi energetici, la concorrenza sul mercato, un eccesso di procedure amministrative e norme sempre più restrittive”.

La crisi ha messo in ginocchio chi lavora i campi, ma coinvolge anche le cantine sociali: “L’ammanco di uva – aggiunge Giurdanella – ha colpito duramente la loro attività, portando molte di esse sull’orlo della chiusura. Queste cantine, spesso costituite da piccoli e medi viticoltori che si uniscono per fare fronte comune, non riescono più a sostenere i costi di lavorazione e produzione. La mancanza di uva e di liquidità le espone a rischi gravissimi, e senza aiuti concreti rischiamo di veder sparire un modello di cooperazione agricola che è stato per decenni un pilastro della nostra comunità”

A seguire, il vescovo di Mazara riserva parole fortemente critiche verso “il silenzio assordante delle istituzioni, che sembrano aver voltato le spalle ai viticoltori e al mondo agricolo in generale. Anziché intervenire con decisione e urgenza per sostenere chi è in difficoltà, assistiamo all’inerzia di chi dovrebbe garantire misure di soccorso immediate, politiche di sostegno concreto e piani a lungo termine per la salvaguardia del settore agricolo. Questa mancanza di azione non solo aggrava la crisi, ma lascia spazio a chi si potrebbe avvantaggiare della crisi e dal collasso di migliaia di piccole e medie aziende viticole”.

Giurdanella mette in guardia anche dietro al rischio di un ritorno a logiche latifondiste “il crollo del valore fondiario potrebbe permettere l’acquisizione delle terre da parte di grandi gruppi speculativi, interessati più al profitto che alla custodia del territorio ed al bene comune. Non possiamo permettere che ciò accada. Non possiamo accettare che il sacrificio e l’amore per la terra di generazioni di viticoltori venga cancellato per assecondare logiche di mercato che favoriscono solo pochi, a scapito di molti”.

Il vescovo cita Papa Francesco e l’enciclica “Laudato sì”, che “ricorda con forza che la terra non è una risorsa da sfruttare fino all’esaurimento, ma un dono prezioso che ci è stato affidato per essere custodito con cura e responsabilità”. Alla luce di ciò, il vescovo di Mazara garantisce ai viticoltori: “La Chiesa è con voi. Non siete soli in questa battaglia. Condivido il vostro dolore, la vostra fatica, e mi impegno, insieme a voi, a chiedere giustizia e misure concrete per evitare che l’agricoltura della nostra terra venga cancellata. La crisi che state vivendo non può essere ignorata. È urgente che le istituzioni rispondano, con determinazione e rapidità, per proteggere il lavoro agricolo e garantire un futuro dignitoso a chi, come voi, vive del frutto della terra. Non stiamo parlando solo di economia o di numeri, ma del futuro di un’intera comunità, della preservazione della nostra cultura, della nostra identità e delle nostre radici. Non dimentichiamo nessuno, nemmeno i braccianti agricoli stagionali, che a motivo della crisi si trovano in grave difficoltà, nessuno deve sentirsi escluso! Per questo, è necessario alzare la voce, richiamare con forza le istituzioni a intervenire, perché ogni giorno che passa senza azioni concrete segna una nuova perdita, non solo per i viticoltori, ma per tutti noi. L’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro non solo esprime solidarietà, ma è disponibile all’ascolto di tutti e alla condivisione di iniziative per fronteggiare l’emergenza e per dare il proprio contributo all’intero comparto vitivinicolo! Facciamo tutti la nostra parte. Cari viticoltori, vi esorto a non arrendervi. La vostra lotta è giusta e necessaria. La vostra passione per la terra, il vostro attaccamento al lavoro agricolo sono un esempio di resistenza e dignità. Affidiamoci a Maria Santissima Bambina, chiedendole di intercedere per voi, per le vostre famiglie e per il futuro delle nostre campagne. Che vi dia la forza di continuare a credere nel vostro lavoro e la speranza di un futuro migliore, più giusto e più solidale. Vi siamo accanto e vi ammiriamo, non solo per le fatiche di una professione difficile ma anche per la passione con cui affrontate le sfide del tempo presente. Saluto tutti e vi benedico con l’affetto di padre, la sollecitudine di fratello, e con l’amicizia che si fa condivisione”.