giovedì 27 dicembre 2018

Lo sviluppo locale integrato e sostenibile


Dario Costanzo
  Responsabile di Piano G.A.L. I.S.C. MADONIE

Il nostro è proprio un mondo all’incontrario.Nel nostro immaginario collettivo aspiriamo tutti a vivere in un ambiente pulito, sano, bello ma poi lo riempiamo di rifiuti non degradabili, costruiamo sul letto dei torrenti e vorremmo costruire dove ci pare e quanto ci piace, senza sottostare ad alcuna regola urbanistica o di sicurezza.

                      Amiamo i nostri figli più della nostra stessa vita, e pensiamo che un bambino in salute sia un bambino grassoccio; per questo motivo lo nutriamo a dismisura, dandogli molte più calorie di quelle di cui in effetti ha bisogno.
Li facciamo giocare seduti alla scrivania con play station e videogiochi, dotandoli di telefonini sempre più performanti ma poi, un po’ per moda, un po’ perché ce lo dicono i medici, li iscriviamo in palestra per perdere peso. Naturalmente li accompagniamo in palestra in macchina, salvo poi farli sedere su biciclette statiche, cioè senza ruote; usciti dalla palestra li accompagniamo al catechismo in macchina, da Mc Donald’s in macchina e l’indomani, naturalmente, a scuola in macchina.
Gli mettiamo nello zaino merendine piene di grassi, zuccheri e conservanti, ma poi ci preoccupiamo se diventano “sovrappeso”, se non addirittura “obesi” perché sappiamo (lo abbiamo letto sulle riviste) che l’obesità infantile predispone all’obesità in età adulta e lo sappiamo (lo abbiamo letto sulle riviste) che l’obesità in età adulta predispone a malattie cardiocircolatorie, dismetaboliche, oncologiche … e chi più ne ha più ne metta.
Una volta raggiunta l’età da marito (come si usava dire una volta), portiamo le ragazzine dal dietologo e dall’estetista, perché le vogliamo più sane e più belle, come quelle delle riviste.
Per assicurare loro un futuro dignitoso, li facciamo studiare sino alla laurea, preparandoli a fare professioni che non hanno più alcuna possibilità di affermarsi, almeno in Italia, e poi ci lamentiamo se loro ci lasciano per andare a vivere all’estero e se non troviamo più un idraulico, un falegname o un calzolaio.
Compriamo automobili tedesche, motociclette giapponesi, elettrodomestici olandesi, computer coreani, abiti cinesi, giocattoli vietnamiti e tortellini emiliani, salvo poi a lamentarci che in Sicilia non c’è lavoro.
Ci arrabbiamo se non ci sono più concorsi alla Regione, perché vorremmo per i nostri figli un posto da impiegato, ben pagato e possibilmente con poche responsabilità.
Naturalmente ho un po’ esagerato, anche se un fondo di verità esiste in tutto quello che ho detto.
Se questa realtà non ci piace, proviamo a cambiarla; proviamo ad immaginare un nuovo stile di vita, una nuova “dieta”, nel senso etimologico del termine greco.
Proviamo a pensare che la crescita economica non può essere infinita, che le risorse del nostro pianeta sono limitate, che molti dei problemi attuali sono derivati da una pessima distribuzione delle risorse, sia in campo nazionale che, ancor di più, in campo internazionale.
Un gruppo di esaltati, al quale appartengo, pensano che invertendo la rotta si possa tentare di vivere meglio. Per questo motivo immaginano un modello di sviluppo non più dirigista, ma condiviso dal basso (i più colti lo chiamano Approccio Leader o Approccio Bottom – up). Alcuni di questi esaltati lavorano dentro strutture che prendono nomi strani (G.A.L., G.A.C.).
Questo nuovo modello di sviluppo pensa che 7.000 anni di storia dell’uomo sulla terra abbiano qualcosa da insegnarci. Essi pensano che l’equilibrato rapporto uomo-natura abbia selezionato frutti che magari non saranno tutti tondi, grandi e colorati, ma certamente ci possono accompagnare lungo tutta la stagione con una maturazione di tipo scalare, per nutrirci tutto l’anno senza ricorrere a conservanti chimici. Riscopriamo quindi la biodiversità.
In merito alla composizione della Dieta alimentare, essi pensano che sia necessario mettere alla base della piramide alimentare: attività fisica regolare, poi pane, pasta, riso e altri cereali possibilmente integrali, frutta, legumi, verdure e grassi derivanti esclusivamente dall’olio d’oliva. Salendo troviamo, in quantità inferiori, latte e latticini, pesce, carne bianca, uova, dolci e carne rossa (una volta al mese).
Gli esaltati di cui sopra pensano che l’utilizzo di questi prodotti e la loro corretta composizione nella dieta andrebbero estesi alle mense collettive (ad esempio quelle scolastiche) ed a quelle individuali (ad esempio quelle dei ristoranti italiani).
La produzione di tali cibi, utilizzati in sempre maggiore quantità, pensano che potrebbe portare uno sviluppo dell’agricoltura mediterranea, possibilmente biologica ed eco-compatibile, con evidenti ripercussioni di ordine sociale ed economico.
Proviamo insieme, se ci crediamo, a pensare ad un modello di sviluppo basato non più su industrie automobilistiche, raffinerie di petrolio e trivelle, quanto piuttosto su una agricoltura moderna ma sostenibile, multifunzionale legata alla valorizzazione delle nostre identità locali.Se riusciremo in questo intento, vivremo certamente un po’ più felici, sicuramente più sani e probabilmente più belli, nella consapevolezza che la BELLEZZA salverà il mondo.



martedì 18 dicembre 2018

“Le mamme del borgo” di Motta Camastra.


 Motta Camastra, Borgo GeniusLoci De.Co. 
con 
“Le mamme del borgo”  
 il primo ristorante di cucina diffusa in Sicilia.


Recentemente il Comune ha avviato
 l'iter del Borgo  GeniusLoci De.Co. 

  Al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. 




  E’ un pasto itinerante, divertente ed originalissimo, quello proposto da Le mamme del borgo Motta Camastra (Me), delizioso paesino arroccato sulla valle che si affaccia sulle spettacolari Gole del fiume Alcantara. E’ il primo ristorante di cucina diffusa in Sicilia,   sapori tipici siciliani cucinati in casa e gustati direttamente tra le vie del borgo.


“Le mamme del borgo” sono una dozzina di signore “mutticiane” che hanno messo a frutto l’esperienza già sperimentata durante l’annuale e genuina “Festa della noce” (di cui Motta Camastra va fiera),   oltre agli stand dove vengono venduti i migliori frutti delle campagne locali o prodotti di artigianato prezioso, le mamme cucinano i piatti tipici per farli gustare ai turisti direttamente sulla porta di casa, nelle cantine, nei vicoli. A pranzo o a cena, in giorni stabiliti.

L’aspetto unico e curioso è che ci si sposta da un tavolo all’altro a seconda delle portate, sempre ottime e abbondanti, per cui la breve passeggiata accompagnati da ragazze del posto e bambini è molto gradita, anche per smaltire.
Ma soprattutto, si chiacchiera, si socializza e si fa amicizia con le mamme e con gli altri commensali, tra cui molti stranieri.
Nel frattempo, si scoprono angoli del borgo bellissimi e poetici, con viste impagabili sulla Valle dell’Alcantara e sull’Etna.

Motta Camastra, che da lontano sembra una rondine incastrata tra le rocce, è famosa anche per essere stata uno dei set cinematografici del film di Francis Ford Coppola “Il Padrino”.
Qui si vive fino in fondo l’atmosfera vera di un luogo che non ha ancora perso il legame più genuino e sacro con la terra e le tradizioni.
Oltre agli aspetti gastronomici, è davvero esemplare  lo spirito d’iniziativa e intraprendenza di queste pioniere.
A Motta Camastra da un po’ di anni ha chiuso l’unico ristorante esistente, ma le mamme hanno trovato il modo di soddisfare lo stesso i palati dei turisti consentendo loro di vivere una vera esperienza di condivisione. Ma soprattutto hanno creato occupazione.
In un territorio che potrebbe essere floridissimo ma è depresso, dove il lavoro non c’è (o se c’è è per pochi euro e in nero, soprattutto per le donne), le vie obbligate sembrano essere solo la rassegnazione o la fuga.
E’ sempre da premiare, perciò, chi inventa strade nuove, chi assume dei rischi, con coraggio e creatività.

Scoprire l'identità territoriale attraverso colture, produzioni e tecniche agricole, usi, costumi, storia, tradizioni, biodiversità, culture e identità materiali e immateriali, di luoghi e territori. Il paesaggio agricolo è luogo di accumulo stratificato di beni materiali e immateriali, è stato capace di generare opere d'arte e di influenzare le scelte architettoniche ed urbanistiche;

usare i cinque sensi, vedendo, annusando, gustando prodotti autoctoni che permette di conoscere i territori;
risalire la filiera produttiva agricola e gastronomica, scoprendo il sapere artigianale che ne sta alla base, le materie prime proprie del territorio, il contesto storico e geografico che ha determinato la nascita di una tecnica produttiva e un piatto specifici, lo spirito culturale all'interno del quale, un prodotto e un cibo, non sono solo qualcosa da mangiare, ma simbolo e promotore di un territorio e del suo paesaggio. Il paesaggio, estrema sintesi tra storia e geografia, fondamentale archivio delle nostre vicende umane e di popolo, matrice della nostra identità, che non è solo un valore estetico, prezioso, ma anche racconto del nostro grado di cibiltà che si aggiorna e muta continuamente;





martedì 4 dicembre 2018

Dalla crociata antirame al fastidio per il biologico


Peppino Bivona


Caro Nino

Ho letto l’intervento della senatrice Elena Cattaneo e non ti nascondo che alcune delle sue osservazioni sono condivisibili, in particolar modo la preoccupazione per l’accumulo di elevati livelli di rame nel suolo che altererebbero la vita della microflora e specificatamente le micorrize. Il tema  della riduzione dell’apporto di rame nei programmi di difesa delle colture è oggetto di progetti specifici di ricerca che indagano su possibili alternative.
Il rame nelle sue diverse formulazioni è stato usato da più di cent’anni da quando un giardiniere distratto nel pitturare un cancello col verderame, nella regia di Versailles, non imbrattò alcune viti poco distanti, affette da peronospora, crittogama che da qualche decennio dalla lontana America aveva conquistato l’Europa. Cosi per quasi mezzo secolo abbiamo difeso la vite ed altre coltura   da questo pericoloso flagello. Gli studi di eziologia della peronospora svilupparono modelli d’intervento per la difesa che ne evidenziarono il ciclo, Il periodo di incubazione e la giusta epoca del trattamento. Si. Perché il rame agivsce in “copertura” ovvero bisognava intervenire a tempo debito per avere una buona efficacia.
Il rame alla pari del ferro, del calcio, del magnesio ecc. è indispensabile al nostro organismo: tante che il regolamento comunitario 432/2012 ne autorizza l’uso nella dose massima giornaliera di 1mg al giorno(RDA) Nel nostro organismo, come in gran parte del mondo sia vegetale che animale, la sua funzione si esplica nell’attivare o meglio catalizzare taluni processi enzimatici, dal sistema immunitario, dal metabolismo energetico, al funzionamento del sistema nervoso ecc
Tuttavia non possiamo disconoscere che il rame come “farmakos” nella sua accezione greca è contemporaneamente cura e…veleno .Cosi se si eccedono  le dosi ,come per tutti gli altri metalli i rame può divenire estremamente tossico
L’industria dei fitofarmaci nell’ultimo trentennio  ha proposto  soluzioni alternative  al rame formulando in particolare molecole di sintesi in grado di essere assorbiti dalla pianta, entrare in circolo con la linfa e debellare il fungo dall’interno senza alcun rischio di essere dilavato dalle eventuali piogge, Tutto bene? Macché! I nuovi formulati per il modo in cui agiscono proteggono le piante nella fase di intensa attività ma restano inefficaci nel caso in cui si verifica il rallentamento del flusso linfatico, M a la cosa più rischiosa è che questi formulati, rischiamo nei prossimi anni di selezionare ceppi di funghi sempre più resistenti.
Ora, tralasciando alcuni aspetti strettamente tecnici, ciò che non può essere condiviso dall’intervento della senatrice è  una certa malcelata “indisposizione” verso biologico  Quasi che nel mondo agricolo la presenza di un pensiero divergente infastidisse le granitiche  certezze del sapere omologato, che mal sopportano esperienze diverse e distanti da collaudati modelli istituzionalizzati. Le agricolture biologiche, biodinamiche. permacoltura, sinergica o simbiotica ecc, rappresentano il tentativo di uscire dalla sudditanza che l’agricoltura convenzionale ha  nei confronti dell’agroindustria. Questi modelli di agricoltura alternativa son una rivolta a questa agricoltura industrializzata alla sua illogicità economica, alla sua della sua operosità mortifera. Questi modelli agricoli beffeggiati, derisi e offesi, esprimono prioritariamente la difesa della vita e della biodiversità . Cercano di recuperare il rapporto che l’attività agricola intrattiene con il mondo dei viventi, nel rispetto con altri enti di natura. Nel loro modo di operare si pongono di certo obiettivi economici, ma hanno la consapevolezza che non sono i soli, unici, essenziali fini da perseguire                   

sabato 1 dicembre 2018

Europeisti o Sovranisti?

 Guardate il grafico che riportiamo qui sotto: rappresenta il livello della spesa dei Fondi strutturali e di investimento europei in ciascun paese dell'Unione europea, dal 1° gennaio 2014 a oggi, 30 novembre 2018.





Dei 44,3 miliardi che l'Unione europea ha inviato all'Italia, dopo circa 5 anni, ne sono stati spesi poco più del 10%.
La situazione è molto diversificata da Regione a Regione, ma la media nazionale ci colloca al penultimo posto tra i 28 Paesi UE.
Chiaramente come al solito ci sono Regioni che utilizzano  di più e bene e altre che......
Quindi, c'è da sorprendersi se nessuno in Europa capisce perchè il Governo italiano sia impegnato a spendere soldi che non ha, invece di spendere quelli che ha?



Tutti i dati, anche per ciascuna Regione e per ciascun programma di spesa, sono disponibili al seguente link:


https://cohesiondata.ec.europa.eu/2014-2020/ESIF-2014-2020-EU-payments-daily-update-/gayr-92qh