martedì 8 aprile 2025

Promuovere l’agrobiodiversità attraverso le NUCs. Il progetto DIVINFOOD

 

Francesca Benedetta Felici, Università di Roma La Sapienza

Luca Colombo, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica  

                               Il  progetto  DIVINFOOD  “Co-constructing  interactive  short  and  midier  food chains to value agrobiodiversity in healthy plant-based food”  è un'iniziativa di ricerca finanziata dall'Unione Europea che si concentra sulla promozione  della  diversità  alimentare  e  lo  sviluppo  di  modelli  sostenibili  di  agricoltura  e  consumo  alimentare. 

Con  un  focus  particolare  sulla  valorizzazione  delle  colture  tradizionali  e  locali,  cereali  minori  e  legumi  da  granella  sottoutilizzati  in  particolare,  DIVINFOOD  mira  a  riscattare  e  qualificare la biodiversità di interesse agrario e a promuovere la resilienza dei sistemi agroalimentari europei. Il progetto è parte integrante degli sforzi dell'UE per sostenere un'agricoltura sostenibile, promuovere una maggiore inclusione sociale e rispondere alle sfide ambientali. Finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020, il progetto è iniziato nel  marzo  2022  e  si  concluderà  nel  febbraio  2027.  Coinvolge  una  vasta  rete di partner scientifici e del sistema socioeconomico provenienti da tutta Europa, ovvero organizzazioni di sette Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Tra i principali attori figura INRAE (Francia), leader europeo nella ricerca agronomica, affiancato da CREA (Italia) per lo sviluppo dell'innovazione agricola. Dall'Italia, partecipa anche FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), che contribuisce con la sua esperienza nella ricerca e nella promozione  dell'agricoltura  biologica  e  sostenibile.  Altri  partner  chiave  includono l'Università di Pisa (Italia), FiBL (Svizzera) e OMKI (Ungheria), tutti  impegnati  in  progetti  di  ricerca  sulla  sostenibilità  e  l'agroecologia.  SLU (Svezia) e UEvora (Portogallo) apportano competenze in biodiversità, mentre BioCivam11 e mPmC (Francia) si focalizzano sulla promozione dei prodotti locali. La rete comprende anche organizzazioni per la trasparenza alimentare come Open Food France e Open Food Facts (Francia). 

Questa collaborazione, estesa anche a istituti gastronomici di prestigio come l'Institut Paul Bocuse e enti cittadini come il Comune di Budapest, garantisce che DIVINFOOD possa integrare ricerca, innovazione e azioni concrete per sviluppare catene del valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto include una serie di azioni chiave che mirano a promuovere la biodiversità e a migliorare i sistemi agroalimentari attraverso colture tra-scurate e poco utilizzate (Neglected and Underutilized Crops - NUCs) (Ali & Bhattacharjee, 2023). Con una logica di disegno del sistema alimentare che parte dal raccogliere indicazioni dal quadro di consumo per poi tra-sferirle a ritroso agli altri segmenti di filiera fino alle attività di selezione varietale, le principali attività del progetto sono le seguenti:

-  pilota  e  cooperative  sociali,  incaricate  della  gestione,  propagazione  e promozione delle NUCs, animate tramite l’attivazione di Living Lab volti a raccogliere una varietà di attori intorno alla coltura NUC di interesse.  Inoltre,  verranno  formulate  raccomandazioni  politiche  per  replica queste iniziative su più larga scala.

• Disseminazione: DIVINFOOD si impegnerà a diffondere i risultati ottenuti a una vasta gamma di stakeholder, ottimizzando le strategie per la valorizzazione e l'adozione delle innovazioni proposte2 .Come anticipato, il progetto riconosce l'importanza delle colture trascurate e poco utilizzate (NUCs) per affrontare la resilienza dei sistemi agrari e l'insicurezza alimentare e nutrizionale, che colpisce oltre un miliardo di persone  a  livello  globale.  Queste  colture,  spesso  ignorate  dall'agricoltura  moderna,  hanno  il  potenziale  per  migliorare  la  sicurezza  alimentare  grazie alla loro capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali. 

DIVINFOOD  si  concentra  su  alimenti  vegetali  sani  e  su  prodotti  con  identità  locale  o  regionale,  con  l'obiettivo  di  sviluppare  catene  del  valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto esplorerà cereali e legumi minori in tre macro-regioni europee climaticamente vulnerabili (scandinava, continentale e mediterranea), affrontando anche le sfide socio-economiche  legate  all'agrobiodiversità.  Inoltre,  attraverso  il  coinvolgimento diretto dei consumatori, verranno sviluppate nuove modalità di marketing interattivo per promuovere questi prodotti. Infine, il progetto punta a migliorare le varietà locali di queste colture, per renderle più resistenti e adatte ai cambiamenti climatici. Infine, il coinvolgimento attivo delle comunità locali è un elemento essenziale dell’iniziativa. Il progetto è organizzato in nove Living Labs (Figura 1), ovvero ambienti di innovazione aperta in cui diversi stakeholder—cittadini, aziende, ricercatori e amministratori—collaborano per affrontare 

• Co-sviluppo: DIVINFOOD lavora con i consumatori per creare nuove modalità interattive di marketing e canali di vendita che valorizzino la biodiversità e i suoi benefici. Questo processo è supportato da sistemi  di  garanzia  partecipativa  e  strumenti  digitali,  favorendo  un  maggiore coinvolgimento del pubblico nel riconoscimento del valore delle NUCs

.• Co-produzione:  Il  progetto  mira  a  sviluppare  nuovi  prodotti  alimentari vegetali sani e appetibili derivati dalle NUCs. L'obiettivo è creare ricette  e  formulazioni  con  un'elaborazione  alimentare  minima,  per  massimizzare  il  potenziale  nutrizionale  e  gustativo  delle  colture  utilizzate.

• Benchmark: DIVINFOOD valuterà diversi sistemi agricoli agroecologici e tecniche che migliorano le prestazioni delle NUCs. Questo include l'integrazione della biodiversità interspecifica e il miglioramento dei servizi ecosistemici, garantendo al contempo benefici socio-economi-ci per le comunità.

• Selezione varietale: Il progetto promuoverà la creazione di cultivar di cereali e legumi più performanti, adatte a contesti locali, con una maggiore tolleranza agli stress biotici e abiotici e un potenziamento delle proprietà nutrizionali e organolettiche.

• Dimostrazione di nuovi modelli di business: DIVINFOOD intende sviluppare modelli di business innovativi che diversifichino le fonti di reddito  per  agricoltori  e  piccoli  trasformatori.  Questi  modelli  si  ba-sano sull'uso sostenibile dell'agrobiodiversità e su attività produttive che coinvolgano le comunità locali.

• Co-progettazione:  Il  progetto  prevede  la  creazione  di  reti  territoriali  del  Cibo le sfide dei sistemi alimentari. Utilizzano una metodologia interattiva che prevede il coinvolgimento attivo, l'ideazione collettiva, la prototipazione e il feedback, promuovendo così un approccio dinamico alla co-creazione (Massari et al., 2023). Questi laboratori struttureranno reti territoriali multi-attoriali per gestire i germoplasmi, moltiplicare sementi e promuovere l’agrobiodiversità, integrando catene del valore e società. I nove Living Labs serviranno come cluster regionali e spazi centrali di co-in-novazione, facilitando la collaborazione tra agricoltori, consumatori e ri-cercatori. La co-creatività è un fattore fondamentale, in quanto favorisce l'apprendimento collaborativo e genera soluzioni innovative, permettendo di affrontare problemi complessi in modo sistemico. Questo modello dimostra  come  la  collaborazione  possa  portare  a  risultati  sostenibili  e  trasformativi  nel  settore  agro-alimentare,  evidenziando  l'importanza  di  monitorare e valutare l'efficacia dei processi di co-creazione nel tempo. Il Living Lab italiano/svizzero3, composto da FiBL, FIRAB, UNIPI e CREA, si  concentra  sul  lupino  bianco,  studiando  le  sue  potenzialità  agronomiche, tecnologiche e nutrizionali. Punta in particolare a valorizzare il ruolo agroecologico di questa leguminosa e a individuare percorsi innovativi di trasformazione alimentare della granella, ricca in proteine e diversi fatto-ri nutrizionali, analizzandone al contempo le barriere allo sviluppo, quali la presenza di alcaloidi nel seme e la sua presenza nella lista degli allergeni che ne frena l’interesse delle aziende alimentari. In Italia, il Living Lab concentra le sue dinamiche interattive nell’area tosco-laziale con la partecipazione di diverse aziende biologiche e a trazione agroecologica

giovedì 3 aprile 2025

Amorevole….. inganno

   Peppino Bivona                  
   Belice di Mare  autunno 2011



Per Alice quel viale era un luogo “magico”, silenzioso e rassicurante ,forse perché delimitato da due filari di ulivi, le cui fronde si toccavano quasi a formare un tunnel e nelle ore più calde c’era sempre ombra a proteggerti.
Poi come un segnale convenuto, alla stessa ora,minuto più minuto meno, arrivava dal mare la brezza e con la delicata freschezza portava il profumo di “mare”. Chinò lo sguardo  per cacciare un piccolo sasso e vide con sommo stupore un piccolo ,strano fiore, attaccato alla ceppaia dell’ulivo, dai petali particolare ,irregolari, dalla forma inusuale.  Cosa sarà mai? Come al solito, chiamò il suo inseparabile gufo  e chiese che cosa fosse quella strana pianticella. “ E’ una orchidea”- disse subito il gufo ,” di spontanee c’è ne sono parecchie in Sicilia specialmente nell’altipiano Ibleo” . Alice raccolse i fiorellino e lo  fece girare e rigirare tra li dita , accrescendo sempre più la sua curiosità. Camminarono  assieme in silenzio poi il gufo :” Be, è facile  per esseri come noi  dotati di mobilità ,operosità e linguaggio  conquistare l’apice della scala evolutiva . Eppure  le piante malgrado la loro fissità ,il radicamento ,l’immobilità,  hanno fatto la storia naturale  attivando meccanismi e strategie sofisticate per rispondere efficacemente ai  fini esistenziali: nutrirsi e diffondere la progenie ,ovvero i propri geni nello spazio circostante!”
Alice ,conveniva che nella storia naturale dell’evoluzione le piante avevano messo a segno meccanismi sofisticati  sia per attirare gli insetti pronubi che per diffondere i semi ovvero la progenie.” Queste  cara Alice “ disse il gufo “sono bazzecole  rispetto a quello che alcune consorelle della tua orchidea hanno escogitato!  Vuoi un esempio? L’orchidea Ophrys  contrariamente agli altri fiori non produce nettare! Tu dirai : si risparmia questa fatica  metabolica ! Si ,ma escogita un inganno, forse, il più sofisticato, intelligente che si possa osservare in natura : Promette…. sesso , uno strano sesso  a cui un parente stretto del calabrone non  sa resistere! L’orchidea   attrae il credulone  imitando il profumo della vespa femmina ( profumo di donna!) ovvero con  ferormoni, specifico per la specie . Ma in primo piano l’orchidea espone il labello ( il labro inferiore del petalo)  ovvero una riproduzione fedele  dell’addome   della vespa femmina vista  da di…dietro, con gli arti e le ali piegati  e per non lasciare nulla al caso ..una finta peluria. Il credulone volteggiando tra i fiori  intravede la “femmina. ”  con la testa immersa nel calice, intenta ad esplorare ,la  scenografia è completata dal verde colore dei sepali  che sporgono appena. Il mandrillo non ha dubbi: la posizione è delle più favorevoli ,  l’occasione è ghiotta ,si tuffa con decisione ed inizia  prima con movimenti prestanti , poi via via  assesta colpi   vigorosi e prolungati ,di vera copula!
L’orchidea  risponde con languide flessioni del suo esile peduncolo , deve assecondarlo ancora un po’, finché le piccole strutture polliniche ,due sacche gialle pieni di granuli , poste ai lati come piccole colonne, si allentino e si attaccano  alla schiena con una sostanza appiccicaticcia, gelatinosa a rapida presa . Quando il vespone ,ormai stanco e ansimante   di dimenarsi,senza  aver ottenuto alcun fruttuoso epilogo , si rende conto dell’inganno, abbandona il fiore , ha con se sulle spalle due bombole gialle piene di polline. Poverino! Era stato illuso dalla promessa di sesso ,ora è frustrato, arrabbiato con se stesso ,si chiede incredulo, come è potuto cadere in quel  miserabile inganno ? Ma ciò che lo manda in bestia è che  era stato fatto fesso da una …pianta! Ora  vola lontano, ha paura del sarcasmo dei compagni , vuole andare distante da quel luogo ,dimenticare.”

Alice era rimasta senza parole, la strategia dell’Ophrys era geniale,intricante , piena di  astuzia “ “ Non ti viene il dubbio che questo  sia la prova di una volontà ,di  un disegno intelligente?” Il gufo scosse la testa ” Be,se penso a certi  uomini che si consolano con le bambole gonfiabili non mi stupisco più di tanto.! Ma la storia dell’orchidea non finisce certo qui ! tu penserai che quel ” pirla “vespone ora non ci casca più,ha memorizzato le sembianze, i profumi e di conseguenza  il suo carico di polline sarà  sparso al vento, inutilizzato!  Ebbene no! L’orchidea è “diabolica” , sa che l’animale non si innamora sempre dello stesso  fiore , e un “farfallone” nato, perciò   crea una sottile variazione “sul tema”  da pianta a pianta , come dire leggere imperfezioni, odori legger menti divaganti  per singolo individuo. Ebbene non ci crederai ,cara Alice, ma queste imperfezioni  sono estremamente funzionali al perfetto disegno della macchinosa trama ordita dalla nostra orchidea.
 Ormai il vespone èlontano dalla scena dell’inganno ,distante da occhi indiscreti , si abbassa verso il fiore vede di nuovo la vespa in “posizione” favorevole,  con molta probabilità a guardala ed annusarla sembra leggermente diversa  dalla prima, no, questa volta è quella “vera”, non resiste, si butta di nuovo …e giù a menar colpi a…. vuoto . Ma non per l’orchidea , che se la gode, il suo atto copulatorio  è compiuto! Si è servita di un….pene volante!.”
Alice era sempre più meravigliata dal racconto del gufo , ma una cosa non le era chiara” Perché  alcune famiglie di orchidee hanno scelto di non produrre nettare e intraprendere l’avventura, diciamo “sessuale” .In fondo migliaia di specie  affidano l’impollinazione al richiamo alimentare co ottimo successo. “Ingenua Alice La tua innocenza è pari al tuo pudore”.Rispose il gufo “ I detti popolari , su questo tema si sprecano “ tira più un pilu  di fimmina che…….”,  ma l’orchidea ha elaborato una fine strategia che segue diversi percorsi . Intanto produrre nettare è sempre uno sforzo metabolico, per la pianta un costo energetico, poi la presenza di nettare attira come sol dirsi “ cani e porci” . Un fiore cosi” nobile” non può farsi ingroppare dal primo venuto! L’orchidea  produce un suo specifico odore  che attira un specifico insetto  e solo cosi può essere certa  che il polline  finisce esattamente  su uno stigma di una orchidea lontana.  E ‘ una impollinazione  efficiente e specializzata . In questo modo sfugge al rischio di un isolamento geografico che poi equivale ad isolamento genetico  e inagura  nuovi incroci, aumentando la variabilità , nuove conquiste.
Ma le orchidee in natura non sono tantissime. Il loro numero ristretto è condizione di sopravvivenza . Si, perchè se le orchidee ingannevoli fossero molto più numerose ,i loro trucchi non avrebbero  tanta fortuna . Sono in “equilibrio” con le3/4 della popolazione di orchidee “oneste” dove l’odore è odore e dove la realtà non e finzione e correttamente mantengono quello che si promette! Perché , l’inganno sessuale può coinvolgere pochi vesponi per molto tempo ,può, al massimo interessare molti vesponi, ma per breve tempo .Quello che non potranno mai fare le orchidee “prostitute”  ingannare molti vesponi per tantissimo tempo!”
“Ma cosi la vita delle orchidee ingannatrici è sul filo del rasoio”   disse Alice ” No ! rispose il gufo _”perché paradossalmente ogni granulo di polline si muta in …seme  con una semplicità stupefacente , lontano dalle complicazioni e dagli impegni coreografici  che abbiamo visto per l’impollinazione. Questi semi sono piccolissimi quasi invisibili ,non hanno cotiledoni “ Allora come fanno a nascere, saranno pochissimi quelli che sopravvivranno!” disse prontamente Alice. “ Niente paura ,rispose il gufo “ Ci pensa un fungo epifita  che raggiunge con le sue ife i piccoli semi e fornisce loro tutte le sostanze necessarie allo sviluppo dell’embrione e successivamente alla futura piantina. Tu dirai cosa ne viene al fungo?  Ma deve esserci per forza un tornaconto ,una convenienza?  Per una orchidea ne vale la pena!!