mercoledì 30 novembre 2022

ERP partecipa anche tu

 

partecipa anche tu al “European Rural Parliament Italy” (ERP-Italy) - Perché e come aderire

 

 


Che cos’è il Parlamento Rurale Europeo (ERP)?

Una struttura politica, ma non partitica. 'Parlamento rurale' non è una parte formale del governo, né è un parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di un processo 'bottom-up' di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e politici, per consentire una migliore comprensione, politica più efficace e di azione per affrontare le questioni rurali.
Un Parlamento rurale è un processo che fornisce opportunità per le persone con un interesse per le comunità rurali per condividere idee, prendere in considerazione i problemi e le soluzioni. Il Parlamento rurale permette a persone e decisori di lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e creative. Rafforza la voce delle comunità rurali e li aiuta a influenzare le decisioni che le riguardano. Il suo successo in Europa negli ultimi 20 anni ha ispirato l'avvio di un Parlamento rurale in ogni stato.

Dopo il formale riconoscimento da parte del Parlamento Rurale Europeo (ERP), l’ERP-ITALY sta lavorando per pianificare e organizzare la sessione inaugurale che avrà luogo nella primavera del 2023.

 

Chi può partecipare al Parlamento rurale?

I membri possono essere organismi, istituzioni, organizzazioni pubbliche e private, associazioni, GAL, reti informali, singoli individui, ecc., che hanno a che fare, a vario titolo, con le politiche di sviluppo rurale (es.: agricoltura e agroalimentare, artigianato, cultura, turismo, MPMI, paesaggio rurale, servizi socioeconomici, socioambientali e socioculturali rurali, ecc.), purché non legati da alcuna forma di controllo o dipendenza ad enti governativi.

Come aderire

Puoi segnalare il tuo interesse ad aderire alla sezione italiana del Parlamento Rurale Europeo compilando il form on-line disponibile qui.

Per maggiori informazioni.  

https://unirurale.blogspot.com/


EuropeanRuralParliament Italy












sabato 12 novembre 2022

Caltagirone, presentazione del romanzo di Nuccia Vona

 A Nuccia Vona con il romanzo 

“HISTORIAS DE TANGO” 

il riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”  

 per “Aver saputo esprimere l’intimità di un popolo”


                      La sezione di Caltagirone della Fidapa, con il patrocinio del Comune, ha organizzato, nel salone di rappresentanza “Mario Scelba” del municipio, “Il Tango: storia, passione e comunicazione”, con la presentazione del romanzo di Nuccia Vona “Historias de Tango”.   

                       Un organizzazione straordinaria, una forza di volontà strepitosa, e l’amore per la propria terra, ha reso una serata come tante, emozionante e coinvolgente, un evento destinato a sedimentarsi nei ricordi più profondi,  alla presenza di tanti attenti osservatori.

           Hanno preso parte in una sala al completo,  Enza Piazza Randazzini (presidente Fidapa), Fabio Roccuzzo (sindaco),   lo scrittore  Domenico Seminerio, Nino Sutera, Direttore della Libera Università Rurale  dei Saperi & dei Sapori Onlus, Claudio Lo Monaco (assessore alla Cultura)   e chiaramente l’Autrice del libro Nuccia Vona, con le lett

Ad impreziosire l'evento culturale  la narrazione, le foto e il video a cura di Paolo Ferlito, che documentano il contesto storico, congiuntamente alle letture a cura di Daniela Vicino, con  le  esibizioni di tango di Elena Cannizzo e Damiano Puglisi.  

Di particolare rilievo la ricerca, doviziosa e attenta, curata anche nei minimi dettagli. Il merito dell’autrice è soprattutto quello di condurre il lettore attraverso un viaggio immaginario che termina con un finale per nulla scontato, che desta curiosità e sollecita la lettura del capitolo successivo.

Filo conduttore del romanzo, articolato in diversi racconti, è proprio il tango quale elemento identitario del popolo argentino. Un tesoro di così grande valore da essere dichiarato dall’UNESCO, nel 1990, patrimonio dell’umanità come “Bene Culturale Immateriale”.

 

Il romanzo con una scrittura scorrevole e delicata, racconta l’intimità di un popolo, tra speranza, angoscia, passione ed eros, a servizio di un romanzo storico che offre al lettore anche numerosi spunti di riflessione sull’epoca contemporanea. Estimatrice della bellezza, Nuccia Vona   ama le arti e la cultura ed è attivamente impegnata per la loro salvaguardia e valorizzazione. “Historias de Tango”, edito da Puntostampe, un libro da leggere e da ascoltare, assaporando  un buon bicchiere di vino rosso.    

 La Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori, diretta da Nino Sutera, ha insignito la scrittrice del prestigioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”. Un premio assegnato a coloro che, a vario titolo,  promuovono la storia, le tradizioni e il patrimonio culturale dei luoghi, una risorsa di  inestimabile valore che racchiude le specificità locali tutelandole rispetto al fenomeno della globalizzazione che tende a livellare usi, costumi e prodotti, omogeneizzandoli.



Il riconoscimento è stato attribuito prima della pandemia, che a causa degli effetti e delle limitazioni, non è stato possibile consegnarlo prima.

I  riconoscimenti della Libera Università rurale, nel corso degli anni   sono stati conferiti, tra gli altri,ad Antonio Presti, Giada Bellanca medico impegnato nelle navi a soccorso degli immigrati, alla cardiochirurgo Linda Pisano e a Totò Cascio di “Nuovo cinema paradiso”



 

venerdì 4 novembre 2022

……..Altro che sovranità alimentare

 ninosutera

……..Altro che sovranità alimentare

Italia autosufficiente solo per pollo, riso e vino. Dall'estero arriva il 40% del grano per fare la pasta e ben il 60% dell'olio. Quasi tutto il pesce in scatola proviene da altre nazioni.

Ne  avevamo già parlato in tempi non sospetti  il  15 luglio  

https://liberauniversitrurale.blogspot.com/2022/07/dieta-mediterranea-un-falso-mito.html

                     Oggi, Vi parleremo  di sovranità alimentare in un modo insolito, vi anticipiamo però che la visione del video che segue,  è destinato a interferire sulle vostre abitudini alimentari.

https://www.youtube.com/watch?v=ZccE5fONLOc




 La  Sovranità Alimentare ritorna di grande attualità La nuova dicitura ha aperto il dibattito sul ruolo che questo ministero dovrà svolgere, difendere la nostra sovranità alimentare o puntare a raggiungerla? In ogni caso la strada sarebbe molto impervia se pensiamo che al momento dovessimo sfamarci solo con quanto produciamo dovremmo cibarci solo di riso, pollo e in parte per frutta e verdura e dovremmo rinunciare ad alimenti centrali della dieta mediterranea come olio di oliva e pasta. Questo perché una parte importantissima della nostra alimentazione quotidiana proviene dall'estero e non la coltiviamo o alleviamo direttamente.

Au revoir Dieta Mediterranea

A fornire dati sull'attuale situazione è la Federalimentare, che monitora costantemente il livello di autosufficienza del Belpaese. Il primo elemento che fa storcere il naso riguarda la pasta. Importiamo il 40% dei grani assorbiti dalle industrie, che poi riversano una parte importante della produzione in altri Paesi. La situazione non è dissimile per le farine, dato che il 45% proviene da altri Stati. Ancora peggio a guardare il settore dell'olio: ne recuperiamo il 60% dall'estero, soprattutto dalla Spagna, per poi apporvi marchi “italiani”, mentre nei nostri uliveti spesso non si hanno risorse per recuperare il raccolto. Necessitiamo di un 40% di importazioni per soddisfare la produzione di carni preparate e i salumi. Passando poi agli allevamenti, per l'alimentazione animale ci riforniamo da luoghi oltre i nostri confini per oltre il 65% dei mangimi.

Sparirebbe "na tazzulell 'e café"

Si arriva al 95% delle importazioni per le conserve ittiche, come tonno e sgombro in scatola. Totale poi la dipendenza dall'estero per un caposaldo delle abitudini italiane come il caffè. Idem per il cacao, necessario per cioccolata e tutta l'industria dolciaria. In entrambi i casi si tratta di colture che non sono adatte ai nostri terreni né al nostro clima, nonostante stia facendo sempre più caldo anche sul nostro territorio. L'indipendenza si ridurrebbe dunque alle carni dei volatili, come polli e galline, e alle uova, dove comunque incide il fattore “mangimi esteri” visto sopra. Limitate al 5% le importazioni di vino e acque minerali. Stessa cifra per il riso, mentre latte e formaggi si fermano al 6%. Nel settore dell'ortofrutta trasformata, di cui comunque siamo importanti produttori, è necessario in ogni caso acquistare il 16% delle materie prime. In definitiva, per diversi nostri prodotti simbolo non siamo certo autonomi.

Missile alimentare dalla Russia

Prima ancora che la questione tornasse d'attualità con il governo Meloni e l'attributo della Sovranità alimentare al ministero per l'Agricoltura, il problema dell'indipendenza produttiva si era già posto nel corso della pandemia e a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Nonostante i timori, nel caso del Covid-19 l'impatto sul settore agroalimentare è stato importante, ma l'Italia ha retto bene, grazie anche ai regimi di protezione attivati nell'ambito dell'Unione europea. La crisi scatenata dalla guerra sta invece avendo una gittata ben più lunga, tra le esportazioni di cereali e oli vegetali sulle rotte del Mar Nero  e i costi aumentati all'inverosimile di due “input” agricoli: mangimi e fertilizzanti.

La "crisi dei mangimi"

Per i primi era fortissima la dipendenza dal mais prodotto in Ucraina, mentre i secondi provengono in gran parte da Russia e Bielorussia. “In questo quadro spicca la situazione critica relativa al mais. Sarà necessario importare circa 20 milioni di tonnellate, in concorrenza con la Cina, che è il primo importatore a livello mondiale”, ha sottolineato pochi giorni fa Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Con i prezzi del gas necessario a produrre i fertilizzanti ormai fuori controllo, pur volendosi affidare ad una produzione interna i costi per le aziende agricole restano proibitivi.  

“Potrebbero mancare i fertilizzanti, a causa della riduzione della produzione, con punte fino al 50%, determinata dall’eccezionale incremento dei prezzi del gas”, ha affermato Giansanti, precisando che si tratta di "un problema mondiale in termini di prezzi e disponibilità. Se ne discuterà durante la riunione del G20 che si terrà in Indonesia il 15 e 16 novembre”. Una parte importante del problema quindi non dipende tanto dal numero di terreni coltivati, come ha lasciato pensare il ministro Francesco Lollobrigida, affermando di voler recuperare un milione di ettari “sbloccandoli” dai vincoli Ue. Le regole previste dalla nuova Politica agricola comune riguarderebbero in realtà solo 200mila ettari, per i quali comunque è in vigore una deroga fino al 2023.

La crisi si annida da un lato nel sistema produttivo agricolo, troppo dipendente da pesticidi, mangimi e fertilizzanti, e a livello industriale dalle scelte di molti marchi “italiani”, che in realtà preferiscono reperire materie prime dall'estero a prezzi più bassi, rivendendo al contempo i loro prodotti all'estero fregiandosi dell'aura tipica del Made in Italy. Infine, i cambiamenti climatici, con una siccità quasi perenne che mette in crisi tantissime colture, innanzitutto quelle idrovore, come il mais. “La siccità e le temperature sopra la media stanno ostacolando il normale svolgimento delle semine in vista dei nuovi raccolti” ha evidenziato il presidente di Confagricoltura. Dopo questo inizio di autunno dalle temperature estive, la situazione nei campi resta caldissima. Da ogni punto di vista.

 
https://liberauniversitrurale.blogspot.com/2022/07/dieta-mediterranea-un-falso-mito.html

mercoledì 2 novembre 2022

ERP-Italy

 Si lavora spediti alla pianificazione e organizzazione della sessione inaugurale di ERP-Italy nella primavera del 2023. Il Parlamento Rurale Europeo (ERP) è un movimento aperto, senza forma giuridica, finalizzato ad animare il dibattito sullo sviluppo delle aree rurali europee e pervenire a documenti propositivi (dichiarazioni, manifesti, position paper, ecc.), da sottoporre agli organi di governance dell’Unione europea perché ne tengano conto durante i processi decisionali, direttivi e di regolamentazione delle politiche europee della ruralità intesa nella sua accezione più ampia. Si tratta di un processo “dal basso verso l’alto” (CLLD, Community-Led Local Development) di coinvolgimento e dibattito tra le popolazioni rurali e i responsabili politici per consentire una migliore comprensione, migliori politiche e azioni per affrontare le questioni rurali. È incentrato sul raggiungimento di risultati pratici e basati su politiche rilevanti per le sfide e le opportunità che devono affrontare le popolazioni rurali. Le sessioni del Parlamento Rurale sono, dunque, molto più di una semplice conferenza. Sono operative nel mobilitare e raccogliere persone e idee dalle comunità rurali e trasformarle in manifesti per l’azione. Sono anche una vetrina per le zone rurali e le loro comunità.



Partecipa al Parlamento rurale

https://docs.google.com/forms/d/1KmzVcU3eCI_QXjarmY5vPtnZjEJW_iOLhFiIUzPuyWo/edit

https://docs.google.com/forms/d/1KmzVcU3eCI_QXjarmY5vPtnZjEJW_iOLhFiIUzPuyWo/edit

Nel 2010 viene istituito il Comitato promotore della sezione Italia del Parlamento Rurale Europeo, promosso da Nino Sutera, coinvolgendo i portatori d’interesse che si occupano di ruralità a titolo personale, docenti universitari, tecnici, operatori, associazioni ecc, definendo un “Manifesto della NeoRuralità” e pubblicando diversi articoli allo scopo di animare e divulgare i princìpi, i doveri e i diritti delle comunità rurali. Dieci anni dopo, dall’incontro con Sergio Campanella, direttore del GAL Eloro, il Manifesto si arricchisce di un capitolo dedicato alle innovazioni sostenibili legate alla terra e al suo utilizzo; e la compagine di aderenti si estende a diversi “soggetti collettivi” provenienti da 15 delle 20 regioni italiane, tra i quali: 15 GAL siciliani: Eloro, Elimos, Metropoli Est, ISC Madonie, Golfo di Castellammare, Terre di Aci, Terra Barocca, Sicani, Rocca di Cerere, Valle del Belice, Etna, Valli del Golfo, Sicilia Centro Meridionale, Terre del Nisseno; 12 associazioni/agenzie di sviluppo rurale; Rete Rurale Siciliana con 21 GAL aderenti ufficialmente…altri 2 partecipanti alle riunioni della RRS devono ancora formalizzare; AIDCG Associazione Italiana Direttori e Coordinatori dei GAL (con 52 GAL provenienti da 10 Regioni italiane); Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, con 34 Distretti della Consulta (da tutta Italia); in corso, l’adesione di altri Distretti singoli (P.A. Bolzano, Umbria, Toscana, Marche, ecc.); Distretto Produttivo Ortofrutticolo di Qualità della Sicilia (con capofila GAL Eloro); Agenzia per il Mediterraneo.

Tra i lavori prodotti dal Comitato promotore ERP-Italy, si contano: – il Manifesto della NeoRuralità (diviso in due parti: 1°. Princìpi, diritti e doveri delle comunità rurali; 2°. innovazioni sostenibili – AKIS) che ogni nuovo membro si obbliga a riconoscere e rispettare; – un Position Paper (come elenco base di tematiche di interesse strategico per gli aderenti al Parlamento rurale nazionale, in linea con quelle di interesse del ERP, proposte dai partner in sede di adesione); – Logotipo del ERP-Italy; – Mailing list dei membri del Comitato promotore ERP-Italy; – Form di adesione di Google; – Creazione di un gruppo Facebook “EuropeanRuralParliament Italy”; – Rassegna stampa sull’iniziativa (oltre 40 articoli su stampa e on-line dal 2010 ad oggi).

Fra le attività svolte, oltre a quella di avvio, realizzata nel 2010, si annoverano: – Partecipazione a diversi eventi organizzati a livello nazionale, di natura divulgativa e tecnica, con presentazione di interventi sull’attività svolta e sulla funzione del ERP-Italy; – Attività di animazione territoriale per il coinvolgimento dei soggetti interessati a livello nazionale; – Animazione e aggiornamento costante dei social network; – Redazione articoli su stampa e on-line; – Partecipazione, su invito, come membri del Comitato promotore del ERP-Italy alla V sessione ERP del 12-15/09/2022 a Kielce (Polonia) l’aggiornamento del Manifesto della Neoruralità ottobre 2022.