Il Comitato Promotore della sezione italiana del
Parlamento Rurale Europeo, ERP-Italy, ottiene il formale riconoscimento dei
parlamentari rurali europei
A dieci anni dalla sua
fondazione, il Comitato Promotore dell’European Rural Parliament-Italy
raggiunge un traguardo strategico per il futuro delle comunità rurali italiane,
partendo dal genius loci siciliano e inaugurando così una campagna a lungo termine per esprimere la voce delle
popolazioni rurali italiane in Europa.
Giunge in questi giorni il formale riconoscimento
da parte del Parlamento Rurale Europeo (ERP) al Comitato Promotore della
sezione italiana ERP-Italy, fondato in Sicilia nel 2012
In
occasione della prossima sessione dell’ERP, strettamente riservata ai soli
“parlamentari rurali europei”, sono stati invitati il fondatore Presidente del Comitato promotore per l’Italia dell’ERP, Nino
Sutera, animatore della Libera Università dei Saperi & dei Sapori Onlus e il Segretario del Comitato, Sergio
Campanella, direttore del GAL Eloro, delegato della Rete Rurale Siciliana (RRS)
e dell’Agenzia per il Mediterraneo (ApM) presso il Comitato medesimo.
Tale riconoscimento rappresenta un fondamentale passo avanti verso l’inaugurazione dell’ERP-Italy, prevista per l’autunno prossimo, che finalmente costituirà un luogo di confronto genuinamente 'bottom-up', ossia di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e i politici che si occupano di ruralità, atto a consentire una migliore comprensione, una politica più efficace e di azione, volta ad affrontare le questioni rurali: la sezione italiana dell’ERP metterà dunque in campo un processo che fornisce opportunità concrete riguardo a questioni prioritarie della ruralità mediante la condivisione di idee e problemi tra persone e decisori al fine di sviluppare soluzioni nuove e creative, rafforzando la voce delle comunità rurali e aiutandole a influenzare le decisioni che le riguardano.
Un ruolo strategico verso il suddetto riconoscimento
è stato svolto in seno all’ERP dal Manifesto della Ruralità, esteso a quattro mani dal
Presidente e dal Segretario e condiviso fra tutti i membri e gli iscritti, nel
quale sono enunciati i principi, i doveri, i diritti NATURALI DEI CONTADINI E
DEI POPOLI INDIGENI e le innovazioni sostenibili legate alla terra e al suo
utilizzo.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, nel Manifesto
sono considerati i diversi e strategici ambiti tematici AKIS (Agricultural
Knowledge and Innovation System): cambiamenti
climatici e patrimonio genetico, vegetale e zootecnico; alimenti funzionali e
nutraceutica; innovazione e sostenibilità di processo/prodotto/organizzazione
delle produzioni e delle filiere agroalimentari; conservazione, logistica e
trasporti dei prodotti agro-alimentari; qualità, tipicità e sicurezza delle
produzioni e delle filiere agroalimentari; valorizzazione dei sottoprodotti e
degli scarti di tutte le produzioni agroalimentari per un sistema nazionale di
circolarità delle produzioni; trattamento e smaltimento delle acque reflue
nell’agroalimentare.
E proprio nell’ottica dell’attuazione di un disegno
strategico di lungo periodo volto a promuovere una “specializzazione
intelligente del sistema economico agroalimentare”, il Manifesto propone
strumenti dedicati di gestione della conoscenza basati, oltre che sul
monitoraggio e sulla valutazione dei progressi ottenuti nel corso del percorso
attuativo, anche sulla creazione di un sistema di raccolta e diffusione di
informazioni e dati, articolato su un arco tempo temporale di medio periodo che
promuova il passaggio dall’attuale condizione di frammentazione e di limitata
integrazione tra offerta di ricerca e domanda di innovazione a un sistema
reticolare e cooperativo, partecipato dai diversi attori della domanda e dell’offerta
nel mondo rurale. Gli strumenti proposti possono essere sintetizzati
nell’apertura dei laboratori per valorizzare la capacità di ricerca esistente;
nella creazione di un Osservatorio dell’Innovazione nel settore agroalimentare
presso il Parlamento Rurale nazionale; nella costruzione di una Rete Nazionale
degli Innovatori nel settore agroalimentare; e nell’interconnessione del
patrimonio di saperi, buone pratiche, innovazioni nell’agroalimentare e nei
settori ad esso connessi.