giovedì 28 febbraio 2013

La salute vien …mangiando




 di
NinoSutera

Il cibo deve nutrire la mentalità collettiva  prima di potere entrare in uno stomaco vuoto. Il cibo ha poco a che fare col nutrimento . Noi mangiamo ciò che mangiamo perché in qualche modo ci conviene, ne perché ci fa bene , ne è perché e a portata di mano , ne perché è buono…..”  

R.Welsch “ The Indipendence of Foondways an Architectur  






































Se l’uomo è ciò che mangia è anche vero che oggi siamo oppressi dalle cosi dette, malattie del “benessere” : ci scaviamo la fossa con la bocca, come dire che la nostra salute psicofisica è legata al modello o stile di vita che conduciamo, in particolar modo  l’alimentazione
Gli alimenti  con cui ci nutriamo , sono assunti  tre - quattro volte al giorno  , una frequenza non indifferente  per il metabolismo del nostro corpo :  immaginate per un istante quali effetti disastrosi arrecheremmo al nostro organismo se, la natura o la struttura di questi alimenti, non fosse consona alla giusta trasformazione energetica. Come dire , andare incontro ad una  sicura sciagura, immettendo quotidianamente , nel nostro  “motore “ un “carburante”  sbagliato!
 Di certo vi chiederete: allora, qual è il carburante giusto  per il nostro “motore”’?
Volutamente ,non ci facciamo irretire  su questo terreno….vogliamo essere più spregiudicati,   estremisti., faziosi.
 Vogliamo spudoratamente  parteggiare  ,senza se, e senza ma, per la frutta ,la verdura e i semi integrali:   come i soli , unici, alimenti che hanno a  pieno titolo  il merito di considerarsi il vero “carburante “   giusto e sano per garantirci la nostra salute  e che siano …..  essenzialmente crudi.!
Non solo , ma è venuta l’ora  di fare giustizia  e ridare dignità e riconoscenza al mondo agricolo  quello che silenziosamente e pacatamente continua a fornire la giusta materia prima per la nostra alimentazione sana ed equilibrata.
Tuttavia  siamo accerchiati  da un esercito “invasore”  di lanzichenecchi ,di falsari , pasticcioni e cialtroni    che  svuotano, giorno dopo giorno gli alimenti sani e genuini, in  merce indefinibile, irriconoscibile ,inqualificabile. Ogni giorno siamo ossessionati da programmi televisivi dominati da intrugli,beveroni,misture  fino al precotto, agli integratori , alle vitamine sintetici ,ai probiotici confezionati in eleganti astucci …
 Tutto ciò è accaduto  sotto i nostri occhi: negli ultimi cinquantenni   gli alimenti  prodotti dall’agricoltura “moderna”  hanno di certo lo stessa valore alimentare ,ma non quello nutritivo. Il suolo , la placenta naturale  che  la legava alle colture agrarie , è stata stracciata , la millenaria mediazione col suolo è stato lacerato , nutriamo direttamente le piante  con un formulario chimico  “rispettoso” per le singole specie coltivate e , pure delle necessità nelle singole fasi fenologiche!
 Siamo noi a farci “interpreti “delle necessità delle piante , debbono  decidere noi  ciò che  vogliamo , tutto deve obbedire alle nostre desiderata: sani , produttivi, belli, inossidabili….
 Cosi i prodotti alimentari , “licenziati” da questa agricoltura , proseguono il loro percorso  attraverso l’industria alimentare , la quale per allungarne la “ vita da scaffale” non indugia a trasformarlo ,maneggiarlo, manipolarlo ,fino a denaturarlo attraverso interventi invasivi che ne alterano l’intima struttura: vedi per tutti  il caso  eclatante della margarina.
 Come affermavamo in precedenza , l’attuale modello agro-indistriale  ci consente di  essere sufficientemente alimentati , ma scarsamente ….nutriti. come dire che in termine di calorie  ne disponiamo  più che abbondantemente , ma siamo decisamente carenti di tutte quegli elementi  che definivamo “nutracetici” ovvero , vitamine, Sali minerali , food-enzimy , flavonoidi, ecc.
Stranamente,( ma non tanto) l’industria farmaceutica cerca di porre rimedio e non perde tempo ad esporre nelle farmacie ciò che le bancarelle dell’ortofrutta  pigramente indugiano,  offrendo ai gozzi consumatori tutti gli integratori di cui hanno bisogno!
Questa è una strana storia che vede  i soli paladini per la difesa della salute dei cittadini  i nuovi bramini ,ossequiati e riveriti,  ovvero i medici, nutrizionisti, farmacisti, coloro i quali   fondano la loro “ragion d’essere “  sul bisogno di salute , qualcosa che più necessita”. Mentre  il contadino , l’orticoltore , il solo a dispensare salute e gioia per una vita sana ed allegra viene bistrattato ed umiliato , lasciando le sue produzioni ortofrutticole invendute o pagate ad un prezzo vile. Li abbiamo abbandonati ai margini della società!
Ma come dice il proverbio, “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” cosi accade  che la ricerca  oggi  bolla come insignificante dal punto di vista “salutistico” le vitamine ed gli integratori sintetici,
Il laboratorio “ denatura”  i principi attivi li rende  incompatibili con la nostra capacità di assimilazione.
Dobbiamo tornare, “volente o dolente “ alla nostra cara, colorata, profumata frutta se vogliamo fare scorte di vitamine e sali minerali e di sana acqua biologica. Cosi come per i benefici flavonoidi , carotenoidi, resveratrolo , licopene ecc.
Si , non ci sono più dubbi la correlazione fra i prodotti del nostro ortolano,  la loro freschezza,   e la nostra salute sono intimamente legati.
Si chiude  cosi mezzo secolo di follie alimentari, dominato da cibi spazzatura,da una esaltazione falsa e drogata del “gusto” , come solo indicatore della preferenza.
Su questo nuovo altare  ,della moderna golosità, abbiamo immolato la millenaria saggezza contadina ,i suoi cibi semplici e sobri , il loro equilibrio e moderatezza.
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lunedì 11 febbraio 2013

Il cibo, tra tradizione ed innovazione



Giuseppe Bivona


Circa 10-12 mila anni fa, nel neolitico, l’uomo  da raccoglitore e cacciatore si dedica all’agricoltura ed all’allevamento, con l’obbiettivo di assicurarsi  più proficuamente il cibo per il suo sostentamento.
In questi millenni i cambiamenti delle tecniche colturali in agricoltura, hanno  fatto variare di poco o niente, la qualità degli alimenti.

Dalla fine della 2° guerra mondiale, invece, la nostra agricoltura, ha subito un cambiamento profondo e radicale, dalla meccanizzazione alla genetica, dalla concimazione alla difesa delle piante, fino alla gestione del suolo. Ma ancora più incisiva è stata la trasformazione e gli interventi che gli alimenti subiscono prima di arrivare sulla tavola.

Ora siamo qui a chiederci: ma questi cambiamenti  cosi marcati, hanno modificato la qualità dei prodotti agricoli? L’incremento quantitativo ha avuto riflessi negativi  sulla qualità? Insomma, i cibi che consumiamo oggi, hanno la stessa valenza nutrizionale di quelli consumati dai nostri nonni?

Fino a qualche anno fa potevamo solo affermare che i cibi  e,  in generale, gli alimenti di una volta erano più gustosi, profumati, insomma più appetitosi, anche se non dobbiamo escludere che in questo giudizio, non era estranea l’influenza di una atavica fame!
Tuttavia oggi disponiamo di risultati della ricerca che confermano come la qualità degli alimenti è intimamente legata alla fertilità del suolo e allo stato sanitario delle piante che vi si coltivano e queste agli animali  che vi si nutrono compreso l’uomo nella duplice veste di consumatore finale, sia come vegetariano che carnivoro.

Abbiamo scavalcato e reciso tutti i complessi legami che legavano la pianta al suolo con tutta la ricchezza di batteri, funghi, micorrizie e lombrichi,  alterandone il suo equilibrio. Perciò le piante oggi sono meno resistenti alle malattie e conseguentemente hanno ridotto le loro qualità nutracetiche.
 
Le piante che coltiviamo sono selezionate al fine di incrementare le rese e soddisfare le sole esigenze “caloriche”, ma hanno ridotto il loro contenuto in vitamine, amminoacidi essenziali, enzimi e fattori di crescita.

Un esempio abbastanza eloquente  ci viene dai sistemi di allevamento degli animali domestici. Ebbene, i prodotti ottenuti dagli animali allevati allo stato brado con erba fresca e quelli a stabulazione permanente e nutriti con sfarinati, possono essere comparabili soltanto nel tenore proteico.

Di fatto,  i contenuti di CLA (acido linoleico coniugato) e omega3 contenuti nella carne, latte, formaggio e uova ottenuti dagli animali allevati con sistema estensivo sono nettamente superiori a quelli ottenuti dagli allevamenti di tipo intensivo.

Alcuni processi nell’agroindustria “snaturalizzano” radicalmente gli alimenti. Un esempio ci viene dal metodo di lavorazione delle olive da mensa. Sono state analizzate e confrontate le olive proveniente da un processo industriale  di conservazione attraverso la deamarizzazione con soda o metodo “marsigliese” e olive conservate al naturale col solo sale. Ebbene le prime erano quasi prive  di amminoacidi, minerali e altri componenti “funzionali”, mentre le seconde risultavano ricche di tutti i componenti  compresi i probiotici.

E ancora, processi di essiccazione naturale, dai fichi secchi all’uva, dai pomodori secchi alla salsa di pomidoro concentrato, sono oggi sostituiti dalle più sbrigative operazione di essiccamento  attraverso la ventilazione nei forni. Tuttavia le lente trasformazioni che avvenivano all’aria e in presenza del sole,  ne preservavano gli elementi nutracetici, integrando alcuni componenti e facilitandone l’assimilazione.
 Oggi il valore di “scambio” prevale sul valore d’”uso” perciò abbiamo la necessità di allungare la “vita di scaffale” a tutti i nostri prodotti di generi alimentari.

 Alla fine degli anni sessanta i ricercatori scoprirono che negli alimenti naturali sono presenti i “food enzimy” sostanze in grado di contribuire alla digestione  degli stessi.  Come dire che se il cavolo crudo per essere digerito e assimilato dal nostro corpo impiega un’ora, per quello cotto sono richieste due ore.
Gli enzimi  contenuti nella frutta e verdura e negli alimenti naturali sono termolabili ovvero si denaturano alla temperatura di 60-70 C°

Oggi, quindi, la grande sfida che attiene l’alimentazione sta  nella capacità di coniugare sapientemente  le emozionanti sensazioni del gusto con la bontà, ovvero, appagare i nostri organi sensoriali, quali  l’olfatto e il gusto,  nel rispetto dei  processi metabolici di cui il fegato, il pancreas, la milza sono i protagonisti chiamati ad assolvere alla difficile  funzione digestiva

domenica 3 febbraio 2013

La notte di San Lorenzo



di G.Bivona




Solo per noi mortali?
Anche per me,Signore?
Come un risarcimento
O in cambio del dolore?
Riprendili, Signore
Riprenditeli tutti….
Comprerò una candela

                                      Maria ormai viveva sola: due anni fa le avevano ucciso il suo unico figliolo e, alcuni mesi dopo, era venuto a mancare pure il marito Giuseppe.
Ha venduto la bottega dove il marito lavorava, e con il ricavato si sostiene. Ci sono angosce che ti inseguono e ti abbracciano fino alla morte, ma ciò non toglie che Maria accettasse di tanto in tanto l’invito di un parente o di una amica, l’offerta di un bicchiere di vino, che è buono, disseta  ed è una  lieve carezza  alle  sofferenze, assieme al dolcetto fatto con il miele o un pezzetto di capretto a Pasqua.
Eppure non tutto il vicinato le dimostra  affetto: sente confuse  certe parole “rgine, ergine”….. Non c’era dubbio, i riferimenti erano indirizzati proprio a lei. Lei che non aveva ricevuto  attenzioni di alcun tipo  da parte di nessuno, se non da Giuseppe.
Ma i malevoli  la indicavano, piegando la testa  di lato  e alzando i sopraccigli, con uno sguardo che pareva ammiccante … e lei che si sentiva tremendamente a disagio.
Ma perché la gente si  interessava tanto (soltanto) a questo fatto, cosi personale, intimo, riservato, esclusivo per una donna?
Poteva riguardare, in qualche modo, il fatto  che Lei fosse  bella o sgradevole,  intelligente o sciocca,  dolce o crudele, insomma  qualità o difetti  personali, rivolti verso l’esterno.
Ma cosa c’entravano loro  con la sola cosa più vera ed intima legata alla sua persona?
Il Signore  non l’aveva posto  all’interno  del corpo della donna proprio  perché la sua integrità o la sua lacerazione  rimanessero riservate, cosi come lo sono, solo e solamente, i nostri pensieri?
Solitamente una ragazza ne parla  alla propria madre o alla sorella maggiore . Ma la cattiva gente  parlava  invece quasi con cognizione di causa, quasi che  frugassero fra le sue intimità, come una mammana, che per conto della famiglia  deve accertare la purezza della ragazza. L’intimità di Maria pareva un “androne “dove chiunque  può accedere, soffermarsi, chiacchierare, valutarne lo strappo del candido passaggio.
In fisica esistono fenomeni  che per il solo fatto di essere osservati si modificano…
Non sarà cosi anche per la castità?. Se andava  per strada  ad occhi bassi  la gente  la fissava sfrontata,  quasi avesse di fronte una poco di buono.
Povera Maria, la sua verginità  cosi scavata  ed urlata, bestemmiata e sacralizzata  ora diviene il rovescio, riflesso di uno specchio ….dello stupro.
Ma per una donna  che ha assistito  all’interminabile, orribile agonia  dell’unico figlio  e poi alla sua morte,  ma credete  che abbia una qualche importanza  lo stato, prima,  durante,  e dopo il parto  di quell’imene  che probabilmente  possiedono non solo le donne  ma anche le femmine di altre specie animali?
Tutte le sofferenze, quaggiù in questa terra, dalle più lievi a quelle più intollerabili,  sono meritevoli di compassione, cosi come per i Santi e i Beati che  godono dello sguardo del nostro Signore.
Il più insignificante  del granelli di sabbia  merita la stessa attenzione  delle distese  sconfinate dei mari, che nei secoli  con i fiumi delle nostre lacrime  abbiamo contribuito  a formare.

Nei paesi, le sere d’estate, dopo  il pascolo e la mungitura, dopo il lavoro dei campi  ovvero dopo un altro qualsiasi lavoro, la gente  si ritrova davanti alle case a prendere il fresco. Hanno portato fuori  le vecchie panche e alcune sedie.
Anche Maria è uscita, si sente più accaldata del solito, fissa  il cielo  perché quella è la sera delle stelle cadenti. Anche Lei osserva le stelle che ogni tanto precipitano, subito inghiottite dall’oscurità.
A Nazareth, il mese scorso è venuto ad abitare, vicino la casa di Maria, un uomo della stessa età di Maria o  qualche anno in più. Anche il poverino ha avuto una tremenda disgrazia:  la moglie nel partorire è morta assieme alla figlia. Insomma le loro vite sono tristemente simili, naufraghi tra i flutti della vita, alla ricerca di un legno a cui aggrapparsi.
Negli ultimi giorni si sono visti insieme, Maria e David, cosi si chiama  l’uomo, e la gente non ha perso tempo a parlarne. Spesso si apre  più facilmente la propria anima ad un estraneo, specie se lo sappiamo disgraziato come noi: lo sfogo rischiara un po’ la cupezza della nostra vita e ci fa sentire meno soli.
David è un bell’uomo, alto, con le spalle larghe, occhi scuri, buoni e vivaci, le mani larghe e sicure.
Sembrerebbe molto dolce, ma come si fa a saperlo? Si sono incontrati un paio di volte al pozzo dove lui l’ha aiutata a tirare su il secchio.
L’altra sera lei l’ha visto ritornare a casa accaldato, subito è entrata in casa ed è uscita con un mestolo di acqua fresca, David l’ha guardata con riconoscenza e nel prenderlo sfiorò delicatamente la mano di lei. Maria, malgrado il dolore che non cessa di consumarla e qualche ruga incipiente, è ancora molto  bella .
Forse David si sente attratto da lei e, molto probabilmente, Maria da lui. In fondo sono tutti e due “liberi”e potrebbero risposarsi. Perché celare a se stessi che è naturale che si possa provare una qualche attrazione  per l’altro sesso?
Quella sera Maria è uscita di casa e sta per accomodarsi sulla panca, ma si accorge che all’estremità di questa è seduto David. Il buio è quasi assoluto, una luce fioca esce dai lumi delle case,  è notte di luna nuova, ma lei riconosce che la figura è quella di David.
” Buona sera, Maria” disse lui. Lei impacciata rispose al saluto. Malgrado i tempi siano diversi dagli attuali, non sarebbe stato sconveniente se si fossero seduti l’uno accanto all’altro …
David si alza, si avvicina, si siede accanto e col suo braccio possente la cinge delicatamente la vita, quasi ad attirarla a se.
Maria sorpresa, resta stupita, arrossisce, rimane immobile.. Forse piacerebbe anche a lei farsi stringere da quelle mani forti e sentire il calore dell’uomo attraverso i leggeri vestiti di cotone .
Fino ad ora Maria non ha mai conosciuto l’amore del corpo, eppure anche lei all’epoca adolescenziale  aveva avuto e provato i turbamenti della carne, le tempeste ormonali…
Probabilmente, un’altra donna al suo posto  proverebbe l’urgenza  di assaporare  qualche briciola di quella felicità , per una volta, una volta sola nella vita, abbandonandosi sul petto forte di David….

Il cielo col suo pianto di stelle……., Maria è visibilmente imbarazzata, come forse non era stata mai.
Con dolcezza si sottrae all’abbraccio dell’uomo, sforzandosi di incontrare il suo sguardo nell’oscurità. Non si è offesa e vorrebbe che David lo sapesse.
Uno strano soffio di vento  ha investito il suo volto, non ha alcun dubbio e, sicura, si rivolge a David:” Sono venuta  a salutarti, so che domani parti per un lungo viaggio, riguardati e stai attento  lungo il cammino alle belve, ai banditi e a tutti i pericoli. Mi raccomando”
Si alza e lentamente senza voltarsi si avvia verso l’uscio di casa. Poco dopo David parte con il suo asinello per il lungo viaggio.


La notte sembra interminabile, come succede a tutti noi, nei momenti di tristezza, anche Maria ripensa a scelte di libertà che avrebbe potuto fare in qualche momento della vita, ma che si è negata, di gioie che avrebbe potuto cogliere e non ha colto. Lei sa, che quasi sempre sono stati gli “altri “  che gliele hanno vietate, compresa la scelta di questa sera!
Ora distesa sul letto spalanca gli occhi  nel buio:” Oh non fossi mai nata”, si tormentava.
Lassù in cielo, Dio, che non è cosi moralista come noi, avrebbe accolto con un sorriso  quello scambio di calore umano, che non avrebbe danneggiato nessuno, che nessuno avrebbe visto e magari che non avrebbe avuto seguito…. o chissà … che al mattino  avrebbero potuto iniziare un cammino assieme.
Si, perché no! Assieme cogliere un granellino di felicità, e poi questa si sarebbe  propagata tutt’intorno  come un’onda, al pari di essenza con cui una donna si profuma  che porta pari piaceri  e forse di più, a tutti quelli che le stanno vicino.


Ma, noi meschini ed egoisti, non potevamo fare a meno della Madonna.
Così le  abbiamo sottratto l’unico bene  che le era rimasto, ossia la libertà  (magari di scegliere la stessa via che poi ha scelto), e si rende conto  che la nostra febbre di lapidarla nel caso in cui si fosse comportata  in modo difforme  dalle nostre decisioni, avrebbe significato  che il suo ragazzo è venuto  in terra per nulla….E allora, tanto valeva, non fosse mai nato!