sabato 7 maggio 2016

Il PAN, (Piano d'Azione Nazionale sui Fitofarmaci) tra retorica e contemporaneità.

La Sicilia 
continua a primeggiare tra le regioni con il più alto numero di intossicati per un uso errato dei prodotti fitosanitari.Riteniamo che aprire una riflessione  obiettiva  non sia più derogabile. 
                                              
                                Volendo superare la sindrome della formazione apparente,(ne parleremo alla fine) il primo scoglio da affrontare è quello di non lasciarsi trascinare dalle retoriche, dalle mode, o peggio ancora dall’emergenza, del tipo, ci sono tante domande da evadere, quindi raddoppiamo il numero dei corsisti e il numero dei corsi, che popolano ampiamente, i dibattiti di queste settimane, riteniamo mentre che focalizzare l’attenzione sulla cultura della formazione nell’attuazione del PAN, è oggi di grande attualità e contemporaneità.
                          Dalla qualità della formazione e ma sopratutto dell’apprendimento, dipende anche il fatto di evitare che una parte dei prodotti fitosanitari finiscano nel piatto dell’ignaro consumatore, solo per citare un esempio.
Certo sarebbe interessante indagare come tutto ciò impatti sulla professionalità dei formatori e dei coordinatori didattici, che vogliano operare ispirati dai principi nobili dei Reg.Cee e dalle disposizioni attuative del PAN (.................che non si occupa di emergenze) ma anche rispondere a tanti quesiti ancora aperti, come per esempio:
- Cosa si deve intendere per “cultura della formazione” nell’attuazione del PAN ?
- La formazione nel PAN è un mero atto burocratico?
- Il formatore è un genio del sapere? o necessita di percorsi di aggiornamento periodici professionalizzanti?
- Qual'è il ruolo e la responsabilità del coordinatore didattico nei corsi del PAN ?
- A chi è demandata la responsabilità sull’idoneità della sede didattica dei corsi ?
- Qual'è l'indice valutativo della formazione? numerico o qualitativo?
- l'obiettivo dell'ente privato di formazione e numerico/economico (più operatori formati, più entrate economiche) e l'obiettivo della formazione pubblica qual'è?

                        Come si vede, appare ovvio che occuparsi compiutamente di formazione diventa strategico, per non parlare dei danni che si possono produrre direttamente e indirettamente, per un uso errato dei prodotti fitosanitari, che è obiettivamente la cosa più significativa

La tutela della salute in connessione all'impiego dei prodotti fitosanitari prevede, come indicato dalle disposizioni attuative del PAN, la fondamentale funzione dell’azione formativa quale imprescindibile elemento di prevenzione, al fine di sostenere conoscenze adeguate tra gli operatori coinvolti nel settore e per favorire nuovi comportamenti e metodiche alternative ai trattamenti con pesticidi, nell’obiettivo di ridurre l’incidenza degli effetti dannosi per la salute che possono derivare da un impiego non corretto degli stessi prodotti.
Sono previste giustamente iniziative di sensibilizzazione per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari, attraverso incontri rivolti ad operatori professionali nell’intento di sostenere ed innovare il ruolo e la presenza dei Formatori in questo delicato settore, assecondando gli adempimenti che – attraverso il PAN (Piano d’Azione Nazionale) - sono conseguenti alla più recente normativa comunitaria in materia, rappresentata dalla Direttiva U.E n. 128/2009.
Quest’ultima, nel perseguire gli obiettivi di tutela ambientale e di prevenzione sanitaria come strategia da garantire per l’intera popolazione in riferimento al fenomeno del commercio e dell’impiego dei prodotti fitosanitari, sollecita gli Stati membri dell’UE a svolgere una maggiore azione di informazione, sensibilizzazione e formazione, al fine di aumentare consapevolezza del rischio e competenza professionale, entrambi fortemente richiesti a fronte del diffuso fenomeno dell’impiego dei prodotti fitosanitari.
Gli operatori del settore devono essere preparati e conoscere le caratteristiche e la funzione di ciascun prodotto da impiegare e devono essere in grado di adottare metodi, misure e scelte operative finalizzate a prevenire danni alla salute umana, siano essi immediati o provocati da una costante trascuratezza e da imperizia che si sono protratte nel tempo.
Ora vi lasciamo commentare da soli i grafici che seguono, a ulteriore testimonianza che è necessario un momento di confronto costruttivo, per evitare che la Sicilia continui a primeggiare tra le regioni con il più alto numero di intossicati per un uso errato dei prodotti fitosanitari, per esempio.
Riteniamo che aprire una riflessione produttiva per gli addetti ai lavori non sia più derogabile. 





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