martedì 18 marzo 2014

La moda del falso mito Il Km ZERO


Lo Zero, sembra essere diventato una sorta di inno nazional popolare, uno slogan, uno di tanti.
NinoSutera

 

Periodicamente  si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,pulito e giusto, del cibo, del K0     ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar  del sole. 

Cercheremo di spiegare il perchè

L’Italia nel settore alimentare non è autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”, o a chilometro zero.   Questa mancanza si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura. Secondo gli ultimo dati disponibili   dal 1970 a oggi gli ettari di superficie coltivabile sono scesi da 18  a 13 milioni, mentre la popolazione è cresciuta del 14%. L’importazione risulta pertanto indispensabile.


 




















L’esempio della pasta è istruttivo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%, anche per lo zucchero e il pesce fresco dobbiamo rivolgerci ad altri mercati poiché riusciamo a coprire solo il 24% e il 40% del consumo interno. Lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador.   Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni a partire dagli anni ’50. Adesso le importazioni provengono principalmente da Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, ma anche da Medio Oriente e Cina. Quest’ultimo Paese è diventato il primo fornitore italiano a seguito della siccità che ha colpito l’Argentina.

Dobbiamo ricordare poi l’annosa questione del pomodoro.  Dalla Cina importiamo concentrato di pomodoro, che viene lavorato e  esportato in altri Paesi.

Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo. Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.

La situazione per il cibo trasformato è opposta: produciamo il 220% della pasta rispetto al fabbisogno interno,  che viene esportata, 4 volte la quantità di spumante  consumato, mentre per i formaggi questa percentuale è pari al 134%. L’importazione della materia prima diventa nel caso della pasta  indispensabile per poter produrre quantità in grado di soddisfare le richieste del mercato.

Alcuni esempi rischiano anche di sorprendere: alcuni prodotti correlati al territorio come quelli IGP (Indicazione Geografica Protetta), sono in realtà il risultato eccellente della lavorazione di materie prime non italiane. La bresaola proveniente dalla Valtellina viene preparata con carne argentina o del sud america. La Valtellina offre un ambiente ottimo per la stagionatura e la lavorazione del prodotto, ma non dispone di allevamenti in grado di fornire l’ingrediente di base (17 mila tonnellate l’anno di cui 11 mila di prodotti Igp).

Alla luce di questi dati la ricerca insistente dell’alimento fatto solo con materie prime italiane ha poco senso, tranne per alcune categorie merceologiche dove siamo autosufficienti.  

La provenienza di materie prime dall’estero non è sinonimo necessario di scarsa qualità,   ma per favore non chiamatelo più cibo a K0, oppure sano, bello e giusto.!!

 

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